I soldi senza tariffa e senza controllo della sanità lombarda

Pubblicato il 26 Giugno 2012 - 10:07 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Formigoni (Lapresse)

MILANO – Privi di tariffa e soprattutto privi di controllo. Sono i soldi che girano nello scandalo sanità in Lombardia. Gli inquirenti che si stanno occupando del giro di denaro calcolano infatti che i rimborsi della Regione alla Fondazione Maugeri, solo per le funzioni non tariffabili, quelle cioè saldate con un certo margine di discrezionalità, sarebbero incrementate nel corso del tempo fino ad arrivare a cifre di molto superiori ai 10 milioni annui, a partire dal 2001-2002. Le funzioni non tariffabili, per la riabilitazione, la ricerca e la didattica, vengono di solito riconosciute con delibere di giunta su determinati parametri e con provvedimenti complessi: proprio quelli su cui si è concentrata l’attenzione della Procura nell’ipotesi che fosse questa la “contropartita” delle vacanze di lusso e delle altre “utilità” messe a disposizione da Pierangelo Daccò per Roberto Formigoni Formigoni e il suo entourage.

Il tutto secondo la Procura, a partire quindi dal 2001-2002, da quando cioè Daccò aveva iniziato la sua attività di consulenza per “disincagliare” fondi regionali. Basti pensare che solo nel 2010 una delibera avrebbe aumentato fino a un massimo del 19 per cento i rimborsi per le “funzioni non coperte da tariffe predefinite” destinate agli Irccs (gli istituti di ricerca, come appunto la Fondazione Maugeri).

Roberto Formigoni, che anche lunedì ha diffidato i giornali dal continuare a scrivere che è indagato, governa infatti la regione italiana più generosa con i privati: dei 17 miliardi annui di bilancio sanitario, il 43 per cento va a loro. Come ricorda Paolo Colonnello per La Stampa, Daccò che, per sua stessa ammissione, dei sistemi per ottenere fondi regionali era un maestro, sapeva come sdebitarsi con il vecchio amico: pagando vacanze ai Caraibi, in Sardegna, in Costa Azzurra; voli privati da 100 mila euro, crociere in barca, yacht a completa disposizione, capodanni in Sudamerica o ad Anguilla (Caraibi) con villa da 45 mila euro a settimana per sè, Formigoni e amici. Dulcis in fundo, dopo avere costruito e tenuta sfitta per anni una villa in Sardegna (Costa Smeralda) da 13 vani, Daccò poco prima di essere arrestato la cede per tre milioni di euro a un altro grande amico e coinquilino di Formigoni, Alberto Perego, anche lui un “memore domini”, dedito cioè a voto di castità e povertà, nominato dalla Regione in due cda di società pubbliche, condannato in primo grado per falsa testimonianza nello scandalo Oil for Food; un milione e 100 mila euro per l’acquisto della “casetta”, come la chiama Formigoni, li mette personalmente il Governatore della Lombardia: “I miei risparmi”.