Lorenzo Manavella condannato all’ergastolo: uccise nonni e zia a Santhià

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Aprile 2015 - 20:09 OLTRE 6 MESI FA
Lorenzo Manavella condannato all'ergastolo: uccise nonni e zia a Santhià

Lorenzo Manavella condannato all’ergastolo: uccise nonni e zia a Santhià (foto Ansa)

VERCELLI – Condannato all’ergastolo Lorenzo Manavella, il pallavolista di 26 anni che nel maggio del 2014 ha ucciso i nonni Tullio e Pina e la zia Patrizia nella loro villetta di Santhià, in provincia di Vercelli. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Fabrizio Filice col rito abbreviato, che ha evitato al giovane – imputato di omicidio pluriaggravato a scopo di rapina – l’isolamento diurno chiesto dall’accusa, sostenuta dai pm Roberta Brera e Francesco Alvino. A quasi un anno di distanza da quella che è stata ribattezzata come la strage di Santhià, non era invece presente in aula il padre del ragazzo, Gianluca, che assistito dall’avvocato Federica Boggio ha scelto di non costituirsi parte civile.

“Aspetteremo che il giudice depositi la sentenza per leggere le motivazioni e valutare se ricorrere in Appello”, è il commento a caldo dell’avvocato di Lorenzo Manavella, Roberta Formica. Il giudice, per farlo, avrà sessanta giorni di tempo. “Ho perso la testa”, ha ripetuto più volte nell’interrogatorio, subito dopo l’arresto, Lorenzo Manavella. Una confessione piena, nella quale ha ammesso il triplice delitto, avvenuto la notte tra il 15 e il 16 maggio 2014 nella villetta bifamiliare di via Marconi in cui abitava con il padre e gli altri parenti. L’arma del delitto un non meglio precisato “corpo contundente”, forse un soprammobile appuntito.

Probabilmente sotto l’effetto di droga, il giovane ha ucciso prima la zia di 56 anni, Patrizia Manavella. Uscito di casa, si è recato a Torino per comprare della cocaina, per poi tornare a Santhià, nel vercellese, e completare il massacro con l’omicidio dei nonni: Tullio Manavella, 85 anni, e Pina Bono, 78 anni. Infine la fuga in treno fino a Venezia, dove viene arrestato dalla polizia ferroviaria con ancora addosso i vestiti sporchi di sangue. Nel carcere di Novara, il ventiseienne sta ora seguendo un corso di informatica. Non gioca più a pallavolo, ma a calcio. Prima del trasferimento a Novara, era stato detenuto nel carcere di Biella. Anche lì aveva frequentato un corso di informatica e un altro di cultura generale.