Loreto Mare e Cardarelli, ospedali inferno a Napoli? Quel cadavere nel bagno per 3 ore…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Agosto 2017 - 10:16 OLTRE 6 MESI FA
Loreto Mare e Cardarelli, ospedali inferno. L'ultima: 3 ore un cadavere nel bagno

Loreto Mare e Cardarelli, ospedali inferno. L’ultima: 3 ore un cadavere nel bagno

NAPOLI – Loreto Mare e Cardarelli, due ospedali inferno a Napoli? L’ultima di una serie di episodi è il ritrovamento di un cadavere lasciato per tre ore nel bagno del reparto di Chirurgia d’Urgenza del Cardarelli. Solo una settimana fa all’ospedale di Loreto Mare il giovane Antonio Scafuri è morto dopo 4 ore di attesa al pronto soccorso, nonostante quel codice rosso che richiedeva un trasferimento urgente. E ancora le formiche nel letto della paziente all’ospedale San Paolo.

La Asl di Napoli 1, guidata dal manager Mario Forlenza, ha rimosso il direttore sanitario dell’ospedale Loreto Mare dal suo incarico. Una rimozione, quella di Rosario Lanzetta, che è stando al Corriere della Sera è direttamente collegato ai problemi organizzativi dell’ospedale e a dalla morte di Scafuri a metà agosto. E intanto Felice Naddeo sul Corriere della Sera racconta l’ultimo episodio, stavolta all’ospedale Cardarelli, dove una paziente ha trovato un cadavere abbandonato in un bagno. Secondo le accuse il corpo sarebbe rimasto per 3 ore abbandonato nella toilette del reparto su di una barella e coperto da un lenzuolo, mentre il manager dell’ospedale parla di un’attesa di appena pochi minuti:

“La donna, poi, ha raccontato quanto accaduto alla figlia di un’altra paziente ricoverata nella sua stessa stanza. Che, incredula, a sua volta ha voluto sincerarsi di persona se davvero quel racconto incredibile fosse vero. Così è andata in bagno e ha visto il cadavere senza vita sistemato vicino al muro. A quel punto ha deciso di denunciare il fatto e ha postato tutto su Facebook: «Ho fatto fatica a crederci, ma quando sono arrivata dentro ho constatato di persona il livello di degrado a cui siamo arrivati. Stavo per svenire. Poi, ho deciso, dopo sette ore trascorse in pronto soccorso in attesa, che mia madre fosse ricoverata e dopo una notte sulla barella in corridoio proprio a fianco del pover’uomo che già era in agonia: tutto questo va denunciato»”.

Il cadavere era di un uomo arrivato in codice rosso al pronto soccorso e che era stato ricoverato proprio nel reparto di Chirurgia d’Urgenza, dove poi è morto. La camera mortuaria del Cardarelli si trova a distanza dai reparti e per il trasporto è necessario l’arrivo dell’ambulanza. Un’attesa di tre ore in cui il cadavere è rimasto su una barella nel bagno vicino alla medicheria, un bagno utilizzato dai pazienti e dai loro parenti in visita. La versione dei dirigenti dell’ospedale però è diversa da quella fornita dai pazienti:

“Per i vertici dell’ospedale napoletano, il cadavere era stato trasportato dal reparto all’interno della medicheria, come spesso accade prima del trasferimento all’obitorio. E la donna non era autorizzata ad entrare all’interno della stanza dove si trovava la barella. Inoltre, secondo i dirigenti del Cardarelli, il cadavere sarebbe rimasto in quell’area solo pochi minuti.

«Non riusciamo a comprendere la descrizione che è stata fatta. Il paziente è stato portato in obitorio alle 10.50. Siamo veramente esterrefatti».

Il direttore del Cardarelli, Ciro Verdoliva, annunciando l’apertura di una indagine interna, tenta però di ridimensionare l’accaduto fornendo una versione diversa rispetto a quella della paziente e della figlia di un’altra ricoverata. «Noi – ha precisato Verdoliva, intervistato da Rainews 24 – sicuramente avvieremo un’inchiesta interna. Ho già avuto la cartella clinica. Siamo molto attenti su queste cose. Ci sono le condizioni, anzi, per un’interruzione di servizio. Probabilmente le persone non avevano l’orologio puntato all’ora giusta o hanno fatto un racconto, diciamo così, con un po’ di colore. Siamo molto dispiaciuti di questo attacco. Da quello che mi hanno raccontato, non è affatto vero»”.