Caso Luca Mongelli, la giustizia svizzera: “Cieco per colpa del cane”

Pubblicato il 30 Gennaio 2012 - 18:47 OLTRE 6 MESI FA

Luca Mongelli con i genitori

SION (SVIZZERA) – Trovato nudo nella neve, i vestiti piegati accanto, segni come di frustate sulle natiche. Quel giorno di febbraio del 2002, Luca Mongelli, originario della provincia di Bari, aveva solo 7 anni. Venne rtrovato così, più morto che vivo, a Sion, località della Svizzera dove si trovava con i genitori e il fratellino, Marco. I giudici svizzeri però sono convinti che il ragazzino sia finito così per colpa del freddo e del cane, un pastore tedesco di 6 mesi di proprietà della famiglia Mongelli in seguito soppresso. Luca invece, ha sostenuto fino all’ultimo di essere stato picchiato da alcuni bulli del posto. Oggi Luca ha 16 anni, vive sulla sedia a rotelle ed è cieco.

La giustizia svizzera però, ancora oggi sostiene che Luca è stato aggredito dal suo cane. Nonostante sul ragazzo siano stati trovati segni simili a frustate e nemmeno un morso. La famiglia Mongelli ora si aggrappa alla speranza che tutto non finisca in prescrizione. Ha detto il procuratore generale Jean-Pierre Gross: “Nei casi di gravi violenze, il termine di prescrizione non è di 10 anni, ma si prolunga fino al giorno in cui la vittima compie i 25 anni. Nel caso specifico fino al 22 novembre del 2019. Noi faremo di tutto per trovare la verità”.

Terminata la conferenza stampa Luca Mongelli ha detto ai giornalisti: “Continuate a dire che è stato un cane. Dimostratemi perché. Io vi dico chiaramente che ciò che la polizia sostiene non è vero. Nessuno di voi ha né visto né sentito nulla”. Luca di quel giorno ha un ricordo preciso: “Ero tranquillo quel giorno, con il mio cane e mio fratello, stavamo giocando. Poi sono arrivate queste persone cattive. Mi hanno spogliato e picchiato. Non potevo difendermi, ero in trappola. Pretendo di essere creduto”. Accanto a lui c’è la mamma: “Il procuratore non si è mai degnato di sentire Luca di persona. Le autorità vallesane non vogliono collaborare, è troppo difficile ammettere degli errori probabilmente, non so se un giorno si riuscirà mai a trovare i colpevoli. Spero che la giustizia italiana apra il dossier e faccia delle analisi approfondite”.