Luca Odevaine, già Odovaine: nuovo cognome per nascondere vecchie condanne

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 3 Dicembre 2014 - 19:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Luca Odevaine, indagato per corruzione aggravata nell’inchiesta sul Mondo di Mezzo, quando nacque a Roma il 25 ottobre 1956 si chiamava Odovaine. Con la O di Otranto. Cambiò cognome per nascondere due vecchie condanne: una nel 1989 per droga e una seconda nel 1991 per emissione di assegni a vuoto.

Odevaine/Odovaine, diploma al liceo Classico Mameli, nel 1977 parte in India. Tornerà a Roma nel 1982. Nel 1989 l’arresto e la prima condanna per droga a due anni e nove mesi, pena per la quale “gli è stato concesso l’indulto nel 1991 e la riabilitazione nel 2003”, scrive il gip Flaminia Costantini. Nel 1991 viene condannato di nuovo per emissione di assegni a vuoto. Ma il reato verrà poi depenalizzato e quindi la condanna cancellata.

Per il gip Costantini Odevaine/Odovaine è “un signore che per non compromettere le sue possibilità istituzionali si fa cambiare il cognome a seguito di condanne riportate”. Una circostanza “di cui nessuna delle amministrazioni interessate si accorge”, proprio perché aveva cambiato il cognome.

Le amministrazioni sono il Comune di Roma, dove Odevaine/Odovaine è stato vicecapo di gabinetto sotto il sindaco Walter Veltroni, e la provincia di Roma, dove Odevaine/Odovaine è stato capo della polizia provinciale e direttore della Protezione Civile con Nicola Zingaretti presidente.

Ad accorgersene però è l’ambasciata americana “che gli nega il visto d’ingresso per i suoi precedenti penali, fatto di cui l’indagato si duole assai, proprio mentre commette gravissimi reati contro la Pubblica amministrazione”. Nell’aprile del 2014 “il Dipartimento di Stato americano, dopo aver esperito gli accertamenti del caso, ne respinse il visto d’ingresso, in conformità ad una loro legge nazionale”.

In un’intercettazione Odevaine si lamenta:

“Sai che gli americani mi hanno respinto il visto… mi hanno messo l’articolo di una legge… e mi hanno citato l’articolo di una legge che dirà che se uno è stato condannato non può anda’ negli Stati Uniti cioè una roba da matti? È veramente una cosa assurda, cioè in una democrazia come quella cioè che uno abbia avuto una condanna 26 anni fa che sia stato riabilitato e comunque ha avuto ruoli pubblici e tutto quanto tu non puoi anda’ negli Stati Uniti?”.

Scrive Claudio Gatti sul Sole 24 Ore:

Da novembre Odevaine è presidente della Fondazione IntegrA/Azione, ente nato nel dicembre 2010 con lo scopo di «promuovere diritti e dignità per i migranti». «La Fondazione IntegrA/Azione promuove una dimensione etica nelle azioni assistenziali», si legge nel suo sito.

Curiosità: in Rete sopravvivono tracce del suo vecchio cognome, quello con la O. In un documento del Comune di Roma e in una lista di stipendi di dirigenti pubblici fatta da Ernesto Menicucci sul Corriere Roma del 29 agosto 2009, dove si legge che “a Palazzo Valentini ha trovato casa anche Luca Odovaine, ex vice capo di gabi­netto di Veltroni: stipendio da 136 mila euro”.

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