Luca Varani, testimone: “Rifiutai alcol e coca. Salvo così”

Luca Varani, testimone: "Rifiutai alcol e coca. Salvo così"
Luca Varani

ROMA – Alex, ospite per tre ore e mezza nell’appartamento dove Luca Varani è stato torturato e ucciso, è scampato così all’orrore. “Mandiamolo a casa, non ci facciamo niente con lui” si sono detti dopo alcune ore di insistenze i due killer di Luca, Marco Prato e Manuel Foffo. E lui, arrivato di notte nella casa alla periferia Est di Roma, 24 ore prima della morte di Luca, non ci ha pensato su due volte ed ha fatto armi e bagagli.

Alex, 34 anni, pugile dilettante, ha raccontato quelle tre ore e mezza ai carabinieri. Una testimonianza, riportata da Repubblica, in cui ha spiegato cosa stava succedendo da giorni in quell’appartamento nel quartiere Collatino, prima che la mattanza di Luca Varani avesse inizio.

“Vieni, c’è una festa. Ci sono tante caramelle” era stato l’invito di Foffo. E lui, alle cinque del mattino di giovedì, non si era fatto pregare.

“Sì, è vero sono stato in quella casa — ha raccontato ai carabinieri della stazione Piazza Dante, dove è stato sentito in compagnia dell’avvocato Gianluca Nicolini — Appena entrato in quell’appartamento, loro mi hanno offerto più volte un bicchiere con un superalcolico. Io ho rifiutato perché bevo birra”.

Foffo e Prato, da almeno un giorno chiusi in casa, erano a suo dire già in evidente stato di alterazione. “Erano fuori di testa. Mi hanno offerto a più riprese anche la droga ma ho sempre rifiutato”. Alex ha poi raccontato di essersene andato via, dopo aver avuto una breve discussione: “Erano le 8 di mattina e volevano continuare a sballarsi. Io cercavo solo un posto per andare a dormire”.

Proprio ieri, 11 marzo, l’autopsia ha evidenziato il motivo della morte: dissanguamento. Anche se il verdetto dell’istituto di medicina legale della Sapienza, a disposizione del pm Francesco Scavo, dice molto di più. I trenta colpi inferti sul corpo di Luca indicano che Manuel e Marco hanno agito con crudeltà. Più di venti le ferite provocate con il coltello, alla gola e sul torace: almeno la metà sono profonde incisione di “punta”, le altre, invece, ferite di “taglio”. Poi le martellate, molte delle quali sul viso e sulla testa.

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