Lugo (Ravenna): fecero foto con paziente morta, infermiere chiedono reintegro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Settembre 2014 - 20:17 OLTRE 6 MESI FA
Lugo (Ravenna): fecero foto con paziente morta, infermiere chiedono reintegro

Lugo (Ravenna): fecero foto con paziente morta, infermiere chiedono reintegro

RAVENNA – La prima, licenziata a fine luglio, ha presentato ricorso. La seconda, allontanata più di recente, tramite il suo legale si è detta pronta a farlo quanto prima. Entrambe le infermiere dell’ospedale ”Umberto I” di Lugo, Ravenna, licenziate dall’Ausl per due foto che ritraggono una di loro sorridente e con il segno di vittoria assieme a una paziente appena deceduta, ricorreranno entrambe al giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna per ottenere il reintegro.

La prima udienza davanti al giudice Roberto Riverso, secondo quanto riportato dalla stampa locale, è stata fissata per la mattina del 18 novembre: riguarderà il caso della prima infermiera, una 42enne tutelata dall’avv.Stefano Dalla Valle e al centro di quattro inchieste della Procura di Ravenna.

Ed è nell’ambito della principale, aperta a primavera per una scia di decessi sospetti all’Umberto I forse dovuti a iniezioni letali di potassio, che i carabinieri dell’Investigativo avevano scoperto le foto con cadavere: erano state scattate dalla seconda infermiera, tutelata dall’avv.Carlo Benini, che poi le aveva inviate all’amica con tanto di dedica (”la vita e la morte”). Gli scatti, realizzati a gennaio, hanno alimentato un fascicolo penale per vilipendio di cadavere oltre al procedimento disciplinare che ha portato all’allontanamento delle due.

Sulla decisione presa per la 42enne ha pesato anche la chiusura di una seconda indagine relativa a un furto da 10 euro subito nel 2013 sempre all’ospedale di Lugo dal marito di una degente. L’ultima inchiesta sull’infermiera, su cui grava l’obbligo di firma alla caserma dell’Arma, è per una scia di furti in corsia di soldi a pazienti e loro familiari e di materiale ospedaliero tra cui pure costose medicine. Questa, come quella delle morti sospette, non è però ancora entrata in un procedimento disciplinare dell’Ausl.

Sono due le ragioni per le quali la 42enne infermiera ha chiesto al giudice del Lavoro attraverso un ricorso di una sessantina di pagine l’annullamento del licenziamento per presunta violazione dell’articolo 18 oltre a un adeguato risarcimento all’Ausl. Da una parte la donna ha da sempre negato di avere commesso il furto che le viene addebitato e per il quale il Tribunale penale non ha ancora emesso sentenza.

Dall’altra ha in buona sostanza precisato di avere avuto un ruolo passivo nelle due foto che la ritraggono con il cadavere di paziente dato che fu la collega a realizzare quegli scatti con il proprio cellulare. Quest’ultima, sentito a suo tempo nell’ambito del procedimento disciplinare dell’Ausl, in sintesi aveva spiegato di averlo fatto per una sorta di timore nei confronti della collega più anziana e per paura di eventuali ritorsioni in caso contrario.