Luigi De Magistris condannato perché: spiava sapendo di spiare
Pubblicato il 8 Ottobre 2014 - 14:49 OLTRE 6 MESI FA
NAPOLI – Luigi De Magistris condannato per abuso d’ufficio perché “spiava sapendo di spiare“. Questa la conclusione che emerge dalle motivazioni della sentenza di condanna per l’ex magistrato dell‘inchiesta di Why Not e sindaco di Napoli.
Secondo i giudici del tribunale di Roma, quella di De Magistris e del consulente tecnico Gioacchino Genchi è stata una “violazione comune e consapevole delle disposizioni di legge”.
La condanna era stata emessa il 24 settembre scorso e faceva riferimento all’epoca il cui il sindaco di Napoli, attualmente sospeso, era pubblico ministero a Catanzaro e titolare dell’inchiesta denominata “Why not”.
I tabulati dei parlamentari, secondo l’accusa acquisiti irregolarmente, erano quelli di Romano Prodi, Francesco Rutelli, Domenico Minniti, Antonio Gentile, Giancarlo Pittelli e Clemente. Nelle motivazioni si legge:
“La prova della collusione tra il pm De Magistris ed il consulente tecnico Genchi viene desunta non da sospetti o illazioni, ma da un contesto univoco”.
Per il tribunale De Magistris e Genchi hanno
“perseguito pervicacemente l’obiettivo immediato e finale di realizzare la conoscibilità dei dati di traffico dei parlamentari non chiedendo l’autorizzazione alla camera di appartenenza pur di acquisire con urgenza i tabulati.
La logica era quella di procedere senza rispettare le garanzie per cariche parlamentari, affatto sconosciute, e di giustificare ‘ex post’ le violazioni che fossero emerse” per poi sanarle “con una ratifica successiva rinviabile ad oltranza”.
E ancora:
“L’obiettivo degli imputati non era quello investigativo, ma disattendendo le norme, era quello di conoscere il traffico dei parlamentari tramite l’acquisizione di tabulati: attività illecita perché dolosamente inosservante della legge Boato”.