“Un caffè!”: se sei straniero lo paghi di più. A Scorzè (Venezia) il doppio listino della discriminazione

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA

“Un caffè per favore! Quant’è?”. La risposta varia, non solo da bar a bar, ma anche da cliente a cliente. Italiano? Paghi il prezzo di listino: 80 centesimi. Straniero? Un euro. E non  vale solo per l’espresso, ma anche per una bottiglia d’acqua, un succo di frutta, un panino. Perché nel bar ‘Art Gallery’ di Scorzè, in provincia di Venezia, vige il doppio listino: uno per gli italiani, l’altro per gli stranieri. Che sono costretti a pagare un conto maggiorato. Oltre al danno la beffa: a gestire il locale è una 35enne cinese, Lulù Chen, secondo quanto stampato sugli scontrini, e anche i dipendenti provengono dalla Tigre asiatica.

A riportare il singolare caso di discriminazione è il quotidiano Il Gazzettino. «La birra mi costa 3,5 euro mentre ai paesani la fai pagare 3 euro», conferma un marocchino seduto ad uno dei tavolini fuori del bar. «È il mio capo che vuole così, devi parlare con lei, io non ne so niente sono solo una dipendente», dice la cassiera.

Una telefonata e Lulù Chen si presenta con un suo connazionale. «Loro (i marocchini) stanno lì tutto il giorno, mi tengono il tavolo fermo e non pagano il supplemento. Allora faccio loro uno sconto: invece che far pagare 1,30 euro il caffè (80 cent più 50 di servizio al tavolo, ndr) gli faccio un euro». Una sorta di prezzo speciale, quindi, per la clientela (definiamola così) «affezionata».

Ma la giustificazione non tiene. Solo qualche minuto prima Samad El Ghanami, presidente dell’associazione marocchina di Mirano e responsabile della Cgil per i rapporti con gli immigrati, era entrato nel locale con un suo amico, ordinando un caffè e un bicchiere d’acqua: 1,80 euro. Cinquanta centesimi in più di quanto ha pagato, poco prima, un italiano facendo la stessa identica ordinazione. Sarà solo un errore?