Lunedì in 9 regioni suonerà la campanella, inizia il nuovo anno scolastico tra luci e ombre

Pubblicato il 11 Settembre 2010 - 16:04 OLTRE 6 MESI FA

Ultimo finesettimana di riposo: da lunedì la maggior parte degli otto milioni di studenti italiani tornerà tra i banchi: secondo il calendario ufficiale riapriranno i battenti le scuole di 9 regioni. Questo in linea di massima perché in base all’autonomia concessa agli istituti si può procedere in ordine sparso, così come è successo nella Capitale dove alcuni liceali hanno già concluso la prima settimane di scuola.

I primi a rimettersi lo zainetto in spalla, sono stati i trentini: a inizio mese i bimbi degli asili, il 9 anche quelli delle scuole primarie e secondarie della provincia. La gran parte degli studenti, tuttavia, riaprirà i libri lunedì 13 settembre (in Calabria, Friuli, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Veneto, Valle d’Aosta, provincia di Bolzano). Un giorno in più di vacanza per gli alunni dell’Emilia-Romagna che torneranno tra i banchi il 14. Il 15 sarà la volta di Toscana, Campania e Sardegna e il 16 toccherà alla Basilicata.

Una settimana in più di vacanza in Abruzzo, Liguria e Puglia dove le lezioni riprenderanno solo il 20 settembre. La Puglia, assieme alle Marche, sarà anche la prima a chiudere l’anno scolastico 2010/2011: l’ultimo giorno di attività didattica è previsto per l’8 giugno. L’ultima campanella suonerà il 9 giugno in Veneto, seguito dalla Sardegna il 10 giugno.

Le altre regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia- Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Trentino, Umbria, Valle d’Aosta) termineranno l’11 giugno. In Liguria si finirà il 15 e in provincia di Bolzano il giorno successivo.

Sarà comunque un nuovo anno scolastico segnato da luci e ombre. La prima settimana sarà messa alla prova dalla protesta dei precari che proveranno a organizzarsi a livello nazionale. C’è carenza di presidi e in attesa del concorso per 3.000 dirigenti scolastici quelli che ci sono dovranno tenere il piede in due staffe. Saranno, infatti, quasi 1.500 quest’anno le ”reggenze” in tutta Italia.  Questo significa che circa il 15% delle scuole, con punte che sforano il 20% in Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia, Abruzzo e Sardegna, saranno guidate da un preside titolare di un istituto limitrofo.

Intanto cresce, secondo quanto denunciano i sindacati, il numero delle mega-classi. Il ministero ha stabilito un tetto di 27 alunni per classe, ma quando i resti non consentono di formarne un’altra di almeno 20 il tetto salta e si può arrivare fino a 35. Ciò rappresenta, denunciano sindacati e associazioni, un rischio concreto per studenti e insegnanti, legato alla sicurezza, per le quali la normativa vigente prevede dei requisiti minimi di spazio per ciascun alunno. Ma secondo la Cgil questo è conseguenza inevitabile del taglio dei docenti. 

Sono 232 mila gli insegnanti iscritti alle graduatorie permanenti, 117 i precari tra docenti ed educatori, secondo i dati forniti dalla Flc Cgil. E tra questi la Uil Scuola conta 10 mila docenti che, al saldo dei pensionamenti, potrebbero non avere confermata nel nuovo anno scolastico. 

Tetto per le assenze, che non potranno superare le 50, revisione degli orari, con riduzione di alcune materie e potenziamento di altre, e due nuovi licei. Sono alcune delle novità che gli studenti troveranno sul banco. Proseguirà la linea di rigore iniziata con voti e condotta: da quest’anno si prevede un contenimento delle assenze a cinquanta, pena la bocciatura. Cambia anche quello che i ragazzi impareranno a scuola: più attenzione per il ‘900, più matematica, fisica e scienze che vedranno aumentate le ore, e l’insegnamento obbligatorio di una lingua straniera per tutti e cinque gli anni. C’è inoltre la riforma dei licei, con le tre new entry: il liceo musicale, quello delle scienza umane e quello tecnologico. E dopo, la possibilità di preferire gli istituti superiori, in due anni, alle laure triennali.