Macellaio ucciso dai ladri a bottigliate. Ma i giudici…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2015 - 09:00 OLTRE 6 MESI FA
(foto Ansa)

(foto Ansa)

MILANO – Il macellaio viene ucciso a bottigliate dai ladri. E il giudice li condanna solo per omicidio preterintenzionale. Tradotto: il macellaio non fu ucciso volontariamente. La storia è raccontata dal Giornale. E i quattro ladri albanesi che uccisero con una bottigliata il macellaio Pietro Raccagni hanno subito condanne fra i 13 anni e i 10 anni e 10 mesi, accusati soltanto di omicidio preterintenzionale. Federica Raccagni, la vedova, è furiosa: “Forse sarebbe stato meglio avere un’arma in casa perché ci saremmo difesi. Meglio un cattivo processo che un bel funerale. Mio marito – ha raccontato la vedova al Giornale- mi precedeva di qualche metro. Arrivato in tavernetta e superato un angolo si trovò davanti a quei balordi. Forse gridò e forse tentò una reazione, ma uno di loro prese una bottiglia e gliela spaccò con tutta la sua forza in testa. Pietro cadde morto, picchiando violentemente la testa per terra”.

“Il Tribunale di Brescia – dice ancora la donna – però ha valutato i fatti in altro modo, concedendo un trattamento soft agli albanesi, arrestati dopo un’indagine da manuale. Già, il pm aveva contestato l’omicidio preterintenzionale e non quello volontario, ritenendo insomma che la situazione fosse sfuggita di mano al quartetto che non voleva ammazzare nessuno. Questo spiega le pene relativamente miti, ancora più basse di quelle richieste dall’accusa. Certo, è inquietante che si contesti con una certa facilità l’omicidio volontario al gioielliere o al benzinaio di turno che hanno solo difeso la proprietà o la cassa dalla prepotenza di gente senza scrupoli e poi si ipotizzino reati meno gravi per rapinatori e assassini”.