Madoff dei Paroli, pm: “Condannare il socio di Lande a 4 anni e 5 mesi”

Pubblicato il 30 Novembre 2011 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Una condanna a quattro anni e cinque mesi di reclusione e’ stata richiesta dal pm Luca Tescaroli nei confronti di Roberto Torregiani, ritenuto dagli inquirenti con Gianfranco Lande, ribattezzato come il Madoff dei Parioli l’artefice della truffa da 300 milioni di euro ai danni di vip e nomi della Roma bene.

Il manager è accusato di associazione per delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario nel giudizio con rito abbreviato davanti al gup Marco Mancinetti.

Nella requisitoria il pm ha definito il socio di Lande come un soggetto ”di pervicace capacità a delinquere” per la gravità dei danni provocata ai suoi 636 clienti raccolti a cominciare con il 1990 con il sistema del “passaparola”.

Ha chiesto per lui anche una multa di 6.670 euro, interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale per la durata della pena. Nel corso dell’udienza Torregiani ha chiesto la parola per alcune dichiarazioni spontanee.

Il manager ha cercato di scaricare su Lande ogni responsabilità definendosi, a sua volta, come una vittima di un raggiro. Torregiani si è rimproverato “anzitutto di non essersi mai reso conto per mia colpa, della illegittimità del mio operato”. A sua giustificazione ha anche dichiarato “di non essere mai stato a conoscenza delle manovre di Lande”.

Nel corso delle dichiarazioni spontanee Torregiani, che è difeso dagli avvocati Riccardo Olivo e Nicola Apa, ha messo in discussione il ruolo che secondo l’accusa avrebbe rivestito nel raggiro.

”Mai avrei pensato – ha detto in aula – di condividere un piano del genere atto a truffare la gente, né ho mai condiviso l’idea di un fine comune con Lande, promotore e gestore della situazione creata. Il ruolo da me svolto era quello di procacciatore per la struttura e solo pochi, pochissimi, clienti si consultavano con me per chiedermi consigli su come investire”.

Il sistema Eim, secondo l’imputato, era andato avanti fino alla metà del 2008, “da quel momento in poi – ha detto – ha cominciato a vacillare e da allora ho fortemente sconsigliato ai miei clienti di effettuare nuovi investimenti. Fu proprio nel momento in cui mi fu tolta la procura che fu conferita addirittura all’autista di Lande. Per quanto mi riguarda non c’erano clienti di serie A e di serie B. Chi versava diecimila e centomila euro veniva trattato alla stessa maniera. I clienti erano il mio tesoro e a loro ho dato quello che avevo. Per loro sono stato cacciato via due anni fa come si fa con l’ultimo dei lavoranti, con le parole di Lande ‘per te contano più i clienti che le strategie aziendali'”.