Madonna fa inchino a boss, Don Fernando lascia processione. E il vescovo…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Giugno 2016 - 15:16 OLTRE 6 MESI FA
Madonna fa inchino a boss, Don Fernando lascia processione. E il vescovo...

Madonna fa inchino a boss, Don Fernando lascia processione. E il vescovo…

NOLA – La processione va avanti. Ma il parroco non c’è più. Se n’è andato via a metà strada dopo aver visto la statua della Madonna della sua chiesa fare l’inchino, omaggiare la casa di un boss. Troppo per don Fernando Russo, parroco della piccola frazione di Livardi, 400 abitanti nel comune di San Paolo Bel Sito in provincia di Napoli. Don Fernando ha fatto la cosa che gli è sembrata più giusta: ha preso e se n’è andato.

E a distanza di giorni, come racconta su Repubblica Pierluigi Melillo, al religioso è arrivata l’approvazione per iscritto del suo diretto superiore,l’arcivescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma. Una lettera per esprimere un concetto chiaro: “Bravo Don Fernando, hai fatto bene”.

Così Melillo:

L’episodio che fa discutere si è verificato domenica sera. Il prete ha abbandonato la processione della Modanna del Rosario perché “senza alcuna necessità di ordine cultuale – chiarisce il vescovo nella missiva – e in totale autonomia dal parroco, un gruppo di fedeli ha deciso di far sostare la statua della Vergine in un determinato punto del percorso e rivolgerla verso l’abitazione di una famiglia del paese, nota alle forze dell’ordine in quanto parte attiva in quello scellerato sistema di malaffare e ingiustizia chiamato camorra”. Si tratta di Agostino Sangermano agli arresti domiciliari, esponente di spicco del clan che secondo gli inquirenti mantiene il controllo degli affari illeciti in questa zona di frontiera tra il Napoletano e l’Irpinia.

Chiare le parole del vescovo. Sempre Repubblica:

“Una scelta giusta”, afferma il vescovo, che spiega: “Lo abbiamo confermato come chiesa locale anche durante i recenti lavori del Sinodo diocesano – continua Depalma – la doverosa disponibilità pastorale, in merito alla pietà popolare, non può infatti tradursi in pigra e interessata connivenza, “ne risentirebbero la chiarezza della fede, di cui la Chiesa è debitrice al mondo, e la trasparente testimonianza della comunità parrocchiale”