Madonnina di Civitavecchia, vescovo: “Papa Wojtyla credeva a lacrime di sangue”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2015 - 13:46 OLTRE 6 MESI FA
Madonnina di Civitavecchia, vescovo: "Papa Wojtyla credeva a lacrime di sangue"

Madonnina di Civitavecchia (Foto LaPresse)

ROMA – Il 2 febbraio 1995 la Madonnina di gesso di Civitavecchia lacrimava sangue per la prima volta. A 20 anni da quell’avvenimento, che ad oggi non ha una spiegazione, il vescovo emerito Girolamo Grillo racconta: “Papa Wojtyla era devoto alla Madonnina di Civitavecchia e credeva alle lacrime di Sangue.

Andrea Torinelli su Vatican Insider scrive:

“Vennero eseguiti degli esami radiologici che non rivelarono alcun marchingegno all’interno della piccola immagine di gesso. Restava il sospetto che qualcuno avesse sporcato con un pennello intinto di sangue la statua e che l’allucinazione collettiva avesse fatto il resto. Ma il 15 marzo, alle 8.05 del mattino, un evento straordinario trasformò monsignor Grillo in uno dei più convinti sostenitori del prodigio: la Madonnina iniziava infatti a lacrimare nelle sue mani, alla presenza di altri testimoni”.

Il vescovo racconta poi le sue conversazioni con Papa Giovanni Paolo II:

“«Posso raccontare – ha detto il vescovo Grillo alcuni anni fa – un episodio inedito: pochi mesi dopo l’inizio del fenomeno fui ricevuto in udienza insieme ad altri vescovi. Giovanni Paolo II mi chiese: “lacrima ancora la Madonnina?”. Io mi mostrai un po’ scettico. Lui mi guardò e disse: “Voi vescovi italiani avete la testa dura”».

«“Per adesso lei farà silenzio e non ne parlerà. Ma un giorno lei potrà dire al mondo che Giovanni Paolo II ha venerato la Madonnina di Civitavecchia…”. Così mi disse Papa Wojtyla, la sera del 9 giugno 1995, a conclusione della cena nel suo appartamento, dove aveva voluto che portassi la statuina di gesso che aveva lacrimato sangue»”.

Vatica Insider ricostruisce la storia di quel giorno:

“La storia della Madonnina ha ottenuto più volte l’onore delle cronache a partire da quel 2 febbraio 1995, quando Jessica Gregori, che all’epoca non ha ancora sei anni, figlia di Fabio, impiegato dell’Enel, si accorge che qualche cosa di strano sta accadendo alla statuina di gesso posta in una piccola grotta di pietra nel giardino di casa, in località Pantano, alla periferia di Civitavecchia. Una goccia di sangue trasuda dagli occhi della Vergine.

La notizia si diffonde in un battibaleno nel quartiere, viene informato il parroco, la folla accorre. Nei giorni successivi sarà necessario transennare la strada che passa davanti al giardino dei Gregori per permettere l’afflusso dei fedeli. In quei giorni si susseguono ben quattordici lacrimazioni, attestate non soltanto da credenti che possono in qualche modo essere stati suggestionati, ma anche dal capo dei vigili urbani (che si professava ateo) e da altri testimoni insospettabili”.

Il vescovo Grillo non credeva a quelle lacrime miracolose, ma poi si è ricreduto quando la statuina ha lacrimato nelle sue mani:

“«Fu Giovanni Paolo II, fin dall’inizio, a volere che lasciassi aperta la possibilità del soprannaturale», spiega Grillo. «Il Papa mi fece telefonare dal cardinale Angelo Sodano, allora Segretario di Stato, chiedendomi di essere più prudente, di non chiudere subito la vicenda dicendo che si trattava di uno scherzo. Evidentemente Papa Wojtyla sapeva più cose di me».

Il giorno cruciale della storia è il 9 giugno 1995. Quella sera monsignor Grillo varca il portone del Vaticano e sale nell’appartamento papale. Ha con sé, chiusa in un involucro, la statuina piangente. «Giovanni Paolo II mi aveva invitato a cena e aveva voluto che portassi la statua. Pregò a lungo davanti alla Madonnina, prima e dopo la cena. La corona e la coroncina del Rosario che ancora oggi si trova sulle mani della statuina fu lui a mettergliela». Dunque Papa Wojtyla, il Pontefice scomparso nel 2005 da poco proclamato santo, venerò quella statuina perché evidentemente credeva all’autenticità di quelle lacrime”.