Maestra no cacca su muri scuola 50 giorni di condanna, quanti anni ai genitori?

Parma, cinque anni fa: alunni di V elementare spargono cacca sulle pareti della scuola. Maestra urla e rimprovera. Genitori denunciano. Arriva condanna per la docente. Ma sono i genitori i cattivi maestri.

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 7 Aprile 2022 - 09:49 OLTRE 6 MESI FA
Maestra no cacca su muri scuola 50 giorni di condanna, quanti anni ai genitori?

Maestra no cacca su muri scuola 50 giorni di condanna, quanti anni ai genitori? FOTO ANSA

Se alla maestra no cacca sui muri è stata comminata condanna di 50 giorni di carcere per “abuso mezzi correzione”, quanti anni di condanna (se non penale almeno civile) meritano i genitori per istigazione a delinquere? Se è andata come riferiscono le cronache, questa è la domanda. Quale la proporzione tra il “reato” dell’insegnante che urla ai bambini che la cacca non si sparge sui muri della scuola e la colpa in educando dei genitori che coprono i loro bambini con modalità e concetti omertosi ogni atto dei membri del loro clan? 

Docenti in arroganza vittimista

Se è andata come riferiscono le cronache…perché è talmente incredibile da poter essere proprio vera. Dunque, Parma, scuola elementare: cinque anni fa i bambini di una quinta classe si ingegnano e divertono a decorare le pareti del bagno con la cacca. La bidella lo scopre, va in classe, riferisce giustamente inorridita alla maestra. Questa urla, giustamente con tono appropriatamente indignato. Urla e rimprovera. C’è da sperare abbia detto agli alunni qualcosa del tipo: la prossima volta la cacca che avete sparso sulle pareti la togliete con la lingua. Purtroppo non vi è traccia di ciò nelle cronache e pare nei fatti, solo urla e pesanti rimproveri. I bambini vanno poi a casa, riferiscono che la maestra li ha sgridati. E allora i genitori vanno in cattedra, si fanno loro docenti, insegnanti di arroganza e vittimismo.

Denunciano e un Tribunale…

I genitori denunciano la maestra, la denunciano alla Magistratura. Che ci mette cinque anni (complimenti!). Prima ha una reazione di civile buon senso per cui “il fatto non sussiste”. Poi però arriva la condanna alla maestra: 50 giorni di carcere per “abuso di mezzi di correzione”. La maestra non farà quei 50 giorni di carcere, per sua fortuna è incensurata. Ma è stata dichiarata colpevole, colpevole come potrebbe esserlo un infermiere che picchia anziani in Rsa o un poliziotto che pesta un fermato. Per aver urlato e forse pesantemente rimproverato i suoi alunni spargi cacca sulle pareti. A meno che non ci sia altro che le cronache non comprendono (vien da sperare ci sia, ma chi di speranza campa…), se quello della maestra è arbitrio violento, cosa è quello dei genitori? Cosa insegnano, predicano e praticano quei genitori che hanno denunciato?

Insegnano impunità, predicano sopraffazione, praticano la legge dei clan. E, peggio del peggio, trovano anche una sentenza che li soddisfa, magari una sentenza che si sente…progressista. Se le cose sono tutte sole come riferiscono le cronache, allora sono i genitori i cattivi maestri e sono loro che meriterebbero sanzione, pesante, morale e civile. Ma il Tribunale della corretta cittadinanza, quello che ha alle spalle l’immagine della giustizia con due piatti della bilancia, quelli dei diritti e dei doveri, è stato sciolto da tempo. Sostituito da una chat di genitori, un sondaggio, un talk-show.