Palermo. Arrestati due fedelissimi del bos Nicchi: gestivano la sua latitanza

Pubblicato il 6 Ottobre 2010 - 08:18 OLTRE 6 MESI FA

Due persone ritenute responsabili di aver gestito la latitanza del boss mafioso Gianni Nicchi sono state arrestate dalla Polizia a Palermo. Si tratta di Francesco Arcuri, 29 anni, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, e Giuseppe Auteri, 35 anni, che invece dovrà rispondere di detenzione illegale di armi, reato aggravato dall’aver agevolato “cosa nostra”.

L’ordinanza di fermo di indiziato di delitto è stata emessa dai pm Roberta Buzzolani e Ambrogio Cartosio. Le indagini della squadra mobile, finalizzate alla cattura di Gianni Nicchi, hanno consentito di individuare il drappello di fedelissimi del giovane boss. Fra questi, centrale si è rilevata la figura di Arcuri, ritenuto il principale anello di collegamento con il latitante.

Ad Arcuri, infatti, era stato affidato il compito di gestire la latitanza del boss, facendo da raccordo fra lo stesso Nicchi e gli esponenti mafiosi degli altri mandamenti. Insieme a lui si muoveva Auteri. ”Il gruppo – spiegano gli investigatori – era accorto e prudente. Intuendo di essere nel mirino degli investigatori, infatti i due evitavano accuratamente di parlare di argomenti compromettenti per telefono e si guardavano bene da farlo anche all’interno di auto”.

Il gruppo disponeva di una ”vasta rete logistica di supporto”, costituita da alloggi, fiancheggiatori, mezzi di vario genere, come è dimostrato dal fatto che, poco prima dell’arresto di Nicchi, la macchina organizzativa della sua latitanza si stesse organizzando per far cambiare rifugio al latitante. Ed, oltre a gestire la latitanza di Nicchi, il gruppo si dedicava anche alla raccolta del pizzo presso gli esercizi commerciali estorti e alla custodia delle armi da fuoco. Le conversazioni registrate dai poliziotti dimostrano, infatti, come fosse a loro disposizione un vero e proprio arsenale.