Stragi di mafia, Mancino: “Nessuno mi disse mai di una trattativa con lo Stato”

Pubblicato il 8 Novembre 2010 - 22:02 OLTRE 6 MESI FA

“Nessuno, nè magistrati, nè ministri o ex, nè uomini ai vertici agli apparati di sicurezza mi disse mai nulla della trattativa in corso tra lo Stato e la mafia”. Questa in sostanza la linea esposta lunedì sera davanti alla commissione Antimafia da Nicola Mancino, ministro dell’Interno dal 1 luglio 1992 al 10 maggio del 1994. Non ci fu inoltre alcun incontro tra Mancino e il magistrato Paolo Borsellino il primo luglio del 1992 quando vi fu l’insediamento del nuovo responsabile del Viminale. ”Neppure il colonnello dei carabinieri Mario Mori – ha detto Mancino – mi parlò dei suoi colloqui con Vito Ciancimino. Tra me e l’ufficiale non c’era del resto un particolare feeling”.

Mancino, che ha portato in commissione antimafia anche le sue agende di quei mesi, ha spiegato che sicuramente il primo luglio vi fu un incontro al Viminale tra il giudice Paolo Borsellino e il capo della Polizia, prefetto Vincenzo Parisi, e il dottor Bruno Contrada poi arrestato per mafia. Mancino ha infatti detto che ”nell’agenda grigia del dottor Borsellino c’è la prova dei suoi incontri al Viminale con il prefetto Parisi”. Tra l’altro Mancino ha citato un interrogatorio di Mutolo che seppe di appunto di questi incontri. ”Perchè non c’è stata mai una richiesta di colloqui di Borsellino con il ministro dell’Interno, magari per esporre e approfondire i rischi di una trattativa Stato-mafia?”.

L’ex ministro ha escluso anche uomini della polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza responsabile dell’alto commissariato antimafia, dei servizi segreti e del VIA gli abbiano mai parlato di richiesta di trattative da parte della mafia. ”Lo stesso capo della polizia, Vincenzo Parisi, mai mi parlo’ di trattative nei quotidiani contatti che avevo con lui”. Mancino ha anche escluso che la scelta di sostituire Scotti con la sua persona ”potesse valere come un segnale esterno di ammorbidimento”.

”Non ho mai chiesto di fare il ministro. Chi mi volle agli Interni fu il presidente Scalfaro”. Mancino ha anche risposto alle affermazioni fatte da Massimo Ciancimino che ha parlato di conoscenza da parte di Mancino degli incontri che erano in corso per la trattativa: ”Chi lo fa è solo un millantatore di credito. Su questa circostanza sarà la magistratura a fare accertamenti”. ”Se fossi venuto a conoscenza anche di una mera ipotesi di trattativa, non avrei esitato a denunciarla in Parlamento dopo aver doverosamente informato il capo dello Stato e il presidente del Consiglio”.