Magistrati fuori ruolo, legge dimenticata. E le indennità restano

Pubblicato il 8 Aprile 2013 - 13:35 OLTRE 6 MESI FA
Magistrati fuori ruolo, legge dimenticata. E le indennità restano

Magistrati fuori ruolo, legge dimenticata. E le indennità restano

ROMA –  Magistrati fuori ruolo, cioè magistrati che non esercitano direttamente la professione, ma lavorano “provvisoriamente” in altri ambiti: una legge avrebbe dovuto porre fine ai loro “privilegi”, sottolinea il Corriere della Sera, ma il termine è scaduto, come aveva notato nei giorni scorsi l’agenzia Public Policy. Così ancora adesso chi lascia la toga per una posizione di vertice nelle burocrazie o in qualche ministero continua a guadagnare il 25% dello stipendio in più. Con dubbi sull‘imparzialità della magistratura.

Sul problema delle “carriere parallele” nel 2008 era intervenuto il Consiglio superiore della magistratura. In una circolare aveva parlato di un fenomeno fuori controllo, chiedendo che si ponesse “un argine a un numero eccessivo di richieste di destinazione di magistrati a funzioni extragiudiziarie, in un momento storico caratterizzato da gravi scoperture di organico e da un’intollerabile lunghezza dei tempi del processo”.

I problemi riguardavano anche la terzietà dei giudici. Perché, si domandava il Csm, se un magistrato si lega alla politica come potrà rivendicare la propria imparzialità una volta tornato i ambito giudiziario. “Tanto più che gli alti stipendi di Via Arenula intaccano l’indipendenza dei magistrati fuori ruolo”, aveva sottolineato l’allora segretario dell’Anm Giuseppe Cascini.

La questione stipendi è spiegato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella:

“La disparità di chi prendeva due buste-paga (e la seconda spesso molto più alta della prima) era vistosa. Ed è rimasta, sia pure ridotta, dopo il ritocco che oggi consente alle toghe che fanno «provvisoriamente» altri mestieri di intascare lo stipendio da giudice e il 25% dell’indennità del ruolo supplementare”.

Negli ultimi anni ci sono stati diversi tentativi di dare una regolamentazione alle carriere dei magistrati. Tutti finiti nel nulla.

Scrivono Rizzo e Stella:

Il mondo intero, però, preme perché la legge anti-corruzione passi. Monti ci mette la fiducia e fine del dibattito. Tornato alla Camera l’articolo sui «fuori ruolo» è così diverso da quello votato che il governo prende un impegno: dopo la fiducia mettiamo ordine noi con un decreto legislativo. A quel punto il deputato pd Roberto Giachetti presenta un ordine del giorno firmato pure dal leghista Marco Reguzzoni: entro dicembre 2012 devono essere resi pubblici on-line tutti i nomi, gli incarichi, la durata, i precedenti dei magistrati fuori ruolo perché sul tema ci sia infine trasparenza e «aggiornare tale banca dati con periodicità mensile». Il governo è d’accordo. L’aula vota all’unanimità.

Ma i mesi passano, la situazione politica s’infiamma, si avvicinano le elezioni anticipate. E intorno alla legge delega per metter ordine spuntano indiscrezioni di ogni genere, compresa una «bozza apocrifa», rivelata dal Corriere di nuove deroghe che consentirebbero ai fuori ruolo, se messi «in aspettativa senza assegni» (dettaglio secondario con le indennità che andrebbero a incassare) di assumere incarichi impensabili, come quello di presidente dell’Eni o della Rai. Replica Filippo Patroni Griffi: anzi, fisseremo per «prima volta in maniera stringente e organica l’inconferibilità di incarichi dirigenziali e le incompatibilità nei casi di condanne penali anche non passate in giudicato e di potenziale conflitto di interessi. Presto sarà riunito il Comitato dei ministri che fornirà le linee…».

La scadenza della legge delega è fissata al 28 marzo. Nel pieno della crisi di governo. E nei dintorni di Mario Monti pensano: perché cacciarci in altre polemiche? Meglio far finta di niente. Infatti se ne accorge solo una piccola agenzia, Public Policy. La legge viene lasciata andare a male. E tutto, dopo tanti polemiche e tanti annunci, resta così come stava. A proposito: quella famosa banca dati da mettere online entro il 31 dicembre con tutti i nomi e gli incarichi che fine ha fatto?