Mala del Brenta, indagato anche un avvocato, Giacomo Gamba

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2016 - 12:25 OLTRE 6 MESI FA
Mala del Brenta, indagato anche un avvocato, Giacomo Gamba

Mala del Brenta, indagato anche un avvocato, Giacomo Gamba

VENEZIA – La Mala del Brenta torna a darsi al traffico di droga a Chioggia (Venezia). Nei guai finisce anche un avvocato, Giacomo Gamba, indagato per favoreggiamento e accusato di aver fatto il doppio gioco con un suo assistito: difendeva un pentito e nel frattempo, secondo l’accusa, andava a riferire quello che questi rivelava ai trafficanti.

Sono quattrocento i chili di droga sequestrati dalla Finanza in poco più di due anni tra hashish, marijuana e cocaina. Un traffico gestito da un ex della Mala del Brenta, il chioggiotto Armando Boscolo Meneguolo, scrive Raffaella Ianuale sul Gazzettino.

 

Uscito dal carcere nel 2012, dopo aver scontato la condanna per riciclaggio nel sequestro dell’imprenditore di Eraclea Marco Aurelio Pasti, Boscolo si sarebbe rimesso in pista con la droga. Quando l’hanno arrestato i finanzieri gli hanno trovato cento chili di hashish, scrive il Gazzettino.

Nel blitz a Venezia e Trieste sono state eseguite 14 ordinanza di custodia cautelare in carcere, 11 ordinanze di arresti domiciliari, due obblighi di dimora, 50 perquisizioni e sono stati sequestrati una pistola e 50mila euro.

Ma Boscolo non era il solo ad operare, come spiega Ianuale:

Nel giro del malaffare aveva coinvolto l’intera famiglia: quindi è finito in carcere anche il fratello 48enne Giuliano, mentre il nipote – figlio di Giuliano – Daniel di 28 anni è ai domiciliari. I due boss hanno trascinato nei guai anche un avvocato che è ora indagato con le accuse di favoreggiamento e intralcio alla giustizia. Si tratta di Giacomo Gamba, avvocato 46enne chioggiotto con studio legale a Mestre in Corso del Popolo. Il legale ha un ruolo importante perché è il difensore di un “pentito”, un veneziano finito in carcere per reati legati alla droga che ad un certo punto ha deciso di collaborare con la magistratura veneziana.

Proprio grazie alle confessioni di questo pentito la Finanza è riuscita a smantellare l’organizzazione. Ma, spiega Ianuale,

gli inquirenti riconoscono all’avvocato una sorte di doppio ruolo: da una parte difendeva il pentito, dall’altro informava di quanto succedeva il boss chioggiotto. La Guardia di Finanza ritiene infatti che l’avvocato abbia informato Armando Boscolo Meneguolo che il suo cliente aveva iniziato a collaborare con la giustizia e gli avrebbe anche girato un atto di polizia giudiziaria che lo avvisava che aveva i telefoni sotto intercettazione e le microspie nelle auto. Alla fine Giacomo Gamba è stato interdetto dalla professione di avvocato per cinque mesi.

Appena saputo del pentimento del componente della banda il boss ha mandato messaggi pesantissimi alla sua famiglia: minacce di morte per il gesto infame del loro congiunto che attraverso le sue confessioni permetteva agli inquirenti di mettere in sacco l’intera organizzazione. Sono finiti in carcere anche altri due veneziani: il 39enne Alessandro Pellegrini che aveva rapinato una guardia giurata nel 2012 sottraendogli la pistola che poi ha dato all’organizzazione e il 37enne Fabrizio Vianello.