ROMA – Malati coronavirus in Italia, un giorno il totale è di 108.257, il giorno dopo il totale è di 108.237. La sottrazione tra il giorno prima e il giorno dopo quanto fa? Venti? Sì, venti, aritmeticamente fa venti. Ma in realtà fa…un sacco.
Ieri 20 di aprile è stata la prima volta che in Italia il numero degli attualmente malato di coronavirus li si è potuto conteggiare con il segno meno. La prima volta dall’inizio, dall’inizio di tutto. Per due mesi, sottratti i guariti e i morti e sommati i nuovi casi di contagio, il risultato era sempre a crescere, mai a diminuire.
Fa un sacco 108.257 meno 108.237. Fa sperare (sperare con fondamento e non chi di speranza campa…) che oggi ci sia un segno meno gemello, fratello di quel meno 20 di ieri. E comunque, speranze a parte, quel meno 20 in numeri dice un sacco. Dice che sta per cominciare il tempo della convivenza con coronavirus, il lungo e indeterminato tempo in cui fuori di casa, fuori dal lockdown, fuori saremo sia noi che lui, il virus.
Fa un sacco quel meno 20 in numeri, dice che il lockdown sia pure non totale che siamo stati capaci di praticare qualcosa ha fatto, anzi più di qualcosa. Dice che il lockdown, cui molti di più di quanto non si voglia ammettere sono insofferenti, qualcosa ha dato, anzi più di qualcosa.
Al di là della retorica delle autorità premurose e del popolo che ha compreso, la realtà è che le autorità hanno rincorso i fatti, hanno avuto paura di decidere, si sono contraddette e qualche volta anche rese ridicole, hanno sbagliato ed esitato. E la realtà è che la gente tanto capito poi non ha, viste le modalità morbide assai con cui ha messo davvero in pratica nella vita quotidiana il tutti a casa.
Basterebbe osservare, con onestà anche indulgente, quante micro e piccole eccezioni alla regola ciascuno di noi si è concesso in due mesi. E fare la somma.
Fa un sacco quel meno 20 in numeri, dice che il lockdown all’italiana ha dato quel che poteva dare e che alla fine è giusto dargli un altro po’ di vita, altre due settimane. Poi il lockdown, oltre il 4 maggio, l’Italia non lo regge più. Quel meno 20 in numeri dice che il rischio nell’uscire dal tutti a casa dopo il 4 di maggio ci sarà eccome se ci sarà. Ma sarà un rischio accettabile oltre che obbligato.