Mali. I coniugi Cicala sono liberi e stanno bene

Pubblicato il 16 Aprile 2010 - 19:30 OLTRE 6 MESI FA

Si è concluso, per fortuna positivamente, l’incubo di Sergio Cicala e la moglie Philomene Kabouré. Dopo quasi 4 mesi la coppia è stata liberata in Mali. I due italiani erano stati rapiti da Al Qaeda nel Maghreb il 17 dicembre scorso mentre si stavano recando con un fuoristrada in Burkina Faso, paese natale della donna.

La coppia, scortata dalle autorità locali e da personale dell’ambasciata italiana in Mali, al momento sarebbe in viaggio verso la sede diplomatica a Bamako. «Stanno bene, sono stati recuperati da una pattuglia dell’esercito e ora sono in una zona di sicurezza», hanno spiegato fonti ufficiali del governatorato di Gao, nel nord del Mali. Le autorità maliane hanno atteso che gli ostaggi avessero lasciato la zona pericolosa prima di annunciare la loro liberazione.

Il ministro Franco Frattini ha confermato al Tg1 che i coniugi Cicala sono liberi e nelle mani delle autorità del Mali. «Abbiamo lavorato per mesi e siamo stati aiutati anche e soprattutto dalle autorità del posto –  ha detto Frattini – un lavoro di cooperazione diplomatica che ha portato alla liberazione dei nostri connazionali».

Soltanto tre giorni fa, l’inviata speciale del ministro degli Esteri, Margherita Boniver, intervenuta a Canale 5 aveva detto di essersi recata su indicazione del ministro Frattini nella capitale del Burkina Faso. «Nei lunghi colloqui con il presidente e i ministri ho trovato una collaborazione totale. Sono passati più di tre mesi dal rapimento, ma non viene lasciato nulla di intentato per ottenere la loro liberazione».

La vicenda del rapimento di Sergio Cicala e di sua moglie ha avuto molti momenti di tensione. Dopo il rapimento e la rivendicazione successiva  da parte dell’Aqmi, Al Qaida per il Maghreb islamico, il 27 dicembre scorso viene diffuso dalla tv satellitare al Arabya un videomessaggio dell’uomo italiano. In Italia intanto Franco Frattini ribadisce la necessità del silenzio stampa ma precisa che «tutti i canali possibili sono stati attivati» e «si lavora in stretta collaborazione con Francia e Spagna», i paesi degli altri ostaggi europei (tre cooperanti spagnoli ed uno francese). La procura di Roma apre un indagine sul sequestro.

Il 6 febbraio i rapitori fissano al primo marzo l’ultimatum per Cicala. Si chiede la liberazione di prigionieri detenuti in Mali e Mauritania. La moglie di Cicala non viene però citata. Il 19 febbraio viene decisa la liberazione di quattro detenuti islamici in Mali, condizione posta dall’Aqmi nell’ultimatum per la liberazione del francese Pierre Camatte, che viene liberato il 23 febbraio. Il 27 febbraio la cellula terroristica chiede in un messaggio agli italiani di fare pressioni sul governo Berlusconi per salvare la vita di Sergio Cicala e della moglie. Il giorno successivo viene diffuso un nuovo video di Cicala dove l’ostaggio fa un accorato appello a Berlusconi  e al presidente della Repubblica Napolitano chiedendo aiuto per lui e la moglie.

Il primo marzo scade l’ultimatum e circolano voci, mai confermate, di una proroga dello stesso al 25 marzo. Il 10 marzo si diffonde la notizia della liberazione di una delle tre cooperanti spagnole e della moglie di Cicala, ma dopo una mattinata convulsa di notizie rimbalzate dal Mali si apprende che la liberazione riguarda solo la spagnola, Alicia Gamez. Philomene Cicala resta, con il marito, nelle mani dei rapitori. Il 23 marzo il ministro degli Esteri mauritano annuncia l’arresto di “tutti i rapitori” della coppia italiana. Frattini non risponde e ribadisce il silenzio stampa confermando che si «lavora per la liberazione della coppia».  Oggi stando alle notizie che arrivano da Mali i due italiani sono stati liberati e stanno bene.