Veneto: piogge, alluvioni e morti. L’allarme di Zaia: “Siamo in ginocchio”

Pubblicato il 3 Novembre 2010 - 19:13 OLTRE 6 MESI FA
zaia

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

”Siamo in ginocchio e dobbiamo farlo sapere”. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, è intervenuto in apertura dei lavori del Consiglio regionale per un resoconto all’aula della situazione che si è creata su gran parte del territorio a causa del maltempo. Zaia ha detto di aver scritto stamane una lettera al presidente del Consiglio Berlusconi, al ministro Tremonti e al direttore della Protezione civile Bertolaso ”che e’ un grido di aiuto”.

Con tutti i parlamentari del Veneto, ha proseguito, ”chiederemo aiuto al Governo e non possiamo tornare a casa senza soldi”. Il presidente ha, quindi, ricordato che sono 500 mila i veneti che in questi giorni soffrono per le conseguenze di quella che ha definito una vera e propria alluvione che ha diverse cause, le principali delle quali sono state la concomitanza di precipitazioni eccezionali (500 millimetri per metro quadrato in 48 ore), il disgelo delle nevi cadute precocemente nei giorni precedenti e un vento di scirocco che non ha permesso al mare di ricevere adeguatamente quanto i fiumi riversavano.

”I veneti – ha sottolineato Zaia, rivolgendosi ai consiglieri – si aspettano da noi un grande colpo di reni” per intervenire a sostegno della popolazione colpita. Stimando in 100 milioni di euro il fabbisogno del territorio, il governatore ha ricordato che è necessario riparare gli argini che hanno ceduto, rifare una rete idrica-fognaria nuova, ricreare manti stradali. Gia’ numerose le banche e istituti di credito che hanno annunciato vari tipi di assistenza, ha detto Zaia, ”ma il percorso sara’ difficile”. ”Il Paese – ha proseguito – e’ in una fase cruciale della programmazione finanziaria, ma il Veneto che tanto ha dato deve essere aiutato”. ”Il Veneto – ha ribadito il presidente – e’ in ginocchio sia sotto il profilo sociale che economico, e dobbiamo sensibilizzare tutti su questa situazione” che non era prevedibile in queste dimensioni. Per questo, nonostante fosse stato segnalato lo stato d’allerta, ”non voglio vedere sindaci – ha puntualizzato – sul banco degli imputati”.