“Mamma adottiva” è l’annotazione sulla carta di identità di una bimba di Roma (ma è vietato)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Gennaio 2021 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA
"Mamma adottiva", l'annotazione sulla carta identità di una bimba di Roma (ma è vietato)

“Mamma adottiva”, l’annotazione sulla carta di identità di una bimba di Roma (ma è vietato) (foto Ansa)

Mamma adottiva” (ADT), l’annotazione sulla carta di identità di una bimba di Roma (ma è vietato). Questa bambina ha due mamme ed è nata grazie alla fecondazione assistita fatta all’estero.

Va specificato che questa annotazione è vietata dalla legge italiana perché è ovviamente discriminatoria. Ma su questa carta d’identità, vicino al nome delle due mamme, c’è proprio la sigla ADT.

“Mamma adottiva”, l’annotazione sulla carta di identità è discriminatoria e quindi vietata

La sigla è considerata discriminatoria, e quindi vietata, perché va a tracciare una netta distinzione tra quella bambina e le altre. Quindi la pone in una condizione di difficoltà dal punto di vista sociale.

Come spiegato in precedenza, la bambina è la figlia naturale di una delle due donne. Quella che è stata fecondata in maniera assistita all’estero. Ma dal 2014 è riconosciuto legalmente anche il rapporto con l’altra donna con una sentenza del tribunale.

Per la legge italiana, il rapporto con il genitore naturale  è legalmente un rapporto a metà. Mentre i parenti del genitore non naturale non diventano parenti del bambino. Il legame può essere sancito solamente da una sentenza del Tribunale e non automaticamente al momento della nascita. 

Ma non è finita qui perché va ricordato chela genitorialità può essere concessa solamente con l’assenso del padre o (in questo caso) della madre naturale del bambino.

Quindi in caso di rottura della relazione sentimentale prima della sentenza del tribunale, il genitore non naturale non potrebbe trascorrere del tempo con il bambino in alcuna maniera senza il consenso del genitore naturale.