Manduria (Taranto), segregato in casa e picchiato a morte: baby gang sotto accusa

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Aprile 2019 - 15:40| Aggiornato il 1 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

MANDURIA (TARANTO)  –  Lo avrebbero tenuto segregato in casa per giorni, seviziandolo e picchiandolo fino ad ucciderlo. Queste le accuse nei confronti di 14 ragazzi, 12 minorenni e due maggiorenni, tutti indagati in relazione alla morte di Antonio Stano, un uomo di 66 anni di Manduria, in provincia di Tarato, deceduto dopo 18 giorni di agonia in ospedale, dopo essere essere stato trovato dagli agenti di polizia legato ad una sedia in casa.

Al vaglio degli investigatori anche alcuni video delle sevizie che la baby-gang avrebbe condiviso in chat su Whatsapp. Secondo quanto scrive La Voce di Manduria, gli indagati devono rispondere a vario titolo di danneggiamento, minacce, violazione di domicilio, aggressione, lesioni personali e omicidio preterintenzionale in concorso e con l’aggravante della crudeltà. Il branco è accusato di aver aggredito, rapinato e bullizzato l’uomo, e di averlo costretto a chiudersi in casa e a non alimentarsi per giorni. 

A rinvenire il corpo sono stati i vigili del fuoco del distaccamento di Manduria, che sono entrati da una finestra della casa situata al primo piano a Lizzano. Secondo il medico che ha certificato il decesso, la morte sarebbe avvenuta almeno quattro giorni prima.

Secondo alcuni vicini di casa, l’anziano era diventato bersaglio dei bulli sin dal 2012. Le dichiarazioni che sono al vaglio delle due procure che si occupano della vicenda. Oggi è prevista l’autopsia da parte del medico legale di Bari, ma ci vorranno ulteriori esami di laboratorio per stabilire se la morte dell’uomo sia stata causata dai traumi subiti a seguito delle aggressioni subite o, ad esempio, dallo stato di prostrazione e di degrado in cui l’anziano era caduto dopo essere stato bullizzato.

Al momento si procede per i reati di omicidio preterintenzionale in concorso, lesioni personali, danneggiamento, minacce e violazione di domicilio, ma il capo d’imputazione, ha spiegato all’Ansa l’avvocato Lorenzo Bull, che assiste cinque minori e uno dei maggiorenni indagati, “è provvisorio”. “L’ultimo episodio di percosse che si ipotizza – ha detto ancora – risalirebbe a febbraio. Il decesso è avvenuto a distanza di settimane. E anche in relazione alla contestazione dello stalking, si parla di presunti episodi che sono scollegati. Non abbiamo ancora alcun elemento per valutare la fondatezza o meno di queste imputazioni”. (Fonti: Ansa, La Voce di Manduria)