Manlio Cerroni monologo: “Sono solo un monnezzaro, un monopolista alla rovescia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Gennaio 2014 - 21:46 OLTRE 6 MESI FA
Manlio Cerroni monologo: "Sono solo un monnezzaro, un monopolista alla rovescia"

Manlio Cerroni monologo: “Sono solo un monnezzaro, un monopolista alla rovescia”

ROMA – Cento pagine di verbale per difendersi da ogni accusa e autocelebrarsi. Cento pagine in cui si definisce ora un “monopolista alla rovescia”, ora un “monnezzaro” da sempre, ora uno che gli amministratori ed i dirigenti pubblici “non può non conoscerli”. E’ il lungo interrogatorio di Manlio Cerroni, patron di Malagrotta e “Re della monnezza” di Roma, detenuto ai domiciliari dal 9 gennaio scorso insieme con altre sei persone, fatto nell’interrogatorio di garanzia del 15 gennaio davanti al gip Massimo Battistini.

Io sono monopolista alla rovescia – si legge nel verbale di 100 pagine – perché? Perché lo faccio non nel mio interesse, ma nell’interesse dell’utente. Perché giudice, se l’Acea che dà luce, acqua o gas le manda una bolletta inferiore del 50%, la mattina va ad aspettare l’amministratore delegato e gli batte le mani. E questo è quello che facciamo”.

“Monnezzaro, io faccio solo questo” – ha detto al giudice parlando della sua professione – noi siamo stati fortunati perché monnezzari, abbiamo fatto fatica anche a trovare una moglie. Negli anni cinquanta-sessanta il monnezzaro ma chi se lo prendeva?”.

E nella sua autocelebrazione l’anziano imprenditore ricorda quando l’ex sindaco di Roma Luigi Petroselli, una trentina di anno fa, gli disse: “La salvi tu Roma”. Parlando, poi, dei suoi collaboratori coinvolti nell’inchiesta, Cerroni afferma di volersi “assumere” su di sé “tutte le responsabilità, sempre che non siano dei ladri e dei corruttori”.

Quanto ai suoi rapporti con le istituzioni locali, amministratori e dirigenti, Cerroni è chiaro: “Non posso non conoscerli” e parlando di rapporti con gli enti e in particolare con l’ex presidente della Regione Lazio, Bruno Landi (anch’egli ai domiciliari), Cerrroni spiega:

“se dicono ‘sono tutti figli tuoi questi’ … perché se volevano sapere qualche cosa di mondezza dovevano venire da me perché io ero in grado di poterli illuminare”.

Poi una presa di posizione sul furto della prima richiesta di arresto, scoperto nello scorso luglio nell’ufficio del gip Battistini. Cerroni ovviamente dice di non entrarci nulla:

 “La mia sorpresa è enorme – afferma – perché nessuno può pensare che manomettendo un atto scompare questa cosa. Io sono rimasto veramente di stucco e mi fa piacere che vengano individuati i responsabili di questo furto. Comunque sono completamente estraneo”.