Il padre della Marcegaglia indagato per smaltimento irregolare di rifiuti

Pubblicato il 9 Febbraio 2010 - 17:09 OLTRE 6 MESI FA

Il laboratorio di analisi che appartiene alla famiglia Marcegaglia è stato sequestrato. Il gruppo, che appartiene alla famiglia del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, è accusato di irregolarità nello smaltimento di rifiuti speciali pericolosi. Tra gli indagati c’è anche Steno Marcegaglia, padre di Emma.

L’inchiesta, denominata “Golden Rubbish”, ha portato al sequestro del laboratorio della Made Hse situato a Mantova. Un tecnico del laboratorio è stato arrestato.

Secondo quanto hanno appurato finora gli investigarori, nel laboratorio sono stati redatti falsi certificati di analisi sui rifiuti da smaltire: i rifiuti provengono da un’industria siderurgica dello stesso gruppo Marcegaglia di Ravenna. Con i falsi certificati i rifiuti potevano essere destinati a siti non idonei: questa procedura ha portato ad un notevole risparmio sui costi di smaltimento.

La Made Hse è un’azienda di consulenza che offre, sia a imprese che a enti pubblici, servizi di progettazione, consulenza tecnica e giuridica integrati: i settori nei quali opera riguardano salute, qualità e sicurezza dei processi produttivi, sicurezza degli impianti, formazione nei laboratori di analisi.

Made Hse ha il suo laboratorio analisi a Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) dove ha il suo quartier generale il gruppo fondato e presieduto da Steno Marcegaglia.

Si trova attualmente agli arresti domiciliari anche Mauro Bragagni, 59 anni, all’epoca dei fatti direttore dell’industria metallurgica situata nella zona portuale di Ravenna e appartenente al gruppo Marcegalia. L’ex direttore è originario di Piombino (Livorno). L’operazione “Golden Rubbish” ha portato all’arresto di altre 14 persone.

Invece in Maremma sono stati arrestati i massimi dirigenti dell’Agrideco, la società di intermediazione al centro dell’inchiesta. L’Agrideco è anche la società che gestiva l’impianto di smaltimento di Scarlino (Grosseto) dove il 26 giugno 2008 avvenne un’esplosione che provocò la morte di un operaio e il ferimento grave di un altro.

Gli arrestati dell’Agrideco sono il presidente del Cda Stefano Rosi, 50 anni, residente a Castagneto Carducci; il vice Luca Tronconi, 45 anni, residente a Roccastrada (Grosseto) e due componenti del cda: Paolo Meneghetti, 49 anni, residente in provincia di Padova e Federico Lattanzi, 37 anni, residente a Follonica (Grosseto). Con loro è stato arrestato anche un collaboratore della società, Giovanni Consiglio, 47 anni.

Per il presidente del cda e il suo vice l’accusa è anche di omicidio colposo, lesioni personali colpose e incendio oltre che traffico illecito di rifiuti, gestione non autorizzata di rifiuti, falsità in registri e notificazioni fino alla falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.