Maradona batte Fisco? Agenzia delle entrate smentisce: “Annullati solo 3 mila euro”

Pubblicato il 7 Giugno 2012 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI, 7 GIU – L'Agenzia delle Entrate smentisce, con un comunicato sul proprio sito internet, le notizie diffuse ieri dal difensore di Diego Armando Maradona, secondo il quale la Commissione tributaria provinciale di Napoli avrebbe annullato – in seguito ai ricorsi dell'ex fuoriclasse – debiti per circa 5 milioni di euro, a fronte degli oltre 37 richiesti dal fisco. La cancellazione, si legge nella nota dell'Agenzia, riguarda solo quattro cartelle per un totale di 3.148,53 euro, relative a imposte di registro per atti giudiziari e tre bolli auto.

''La Commissione Tributaria Provinciale di Napoli con la sentenza 321/17/12 – si spiega – ha confermato in pieno la legittimita' della pretesa tributaria dell'Agenzia delle Entrate e dell'operato dell'Agente della riscossione Equitalia Sud, per quanto riguarda gli avvisi di accertamenti emessi per gli anni dal 1985 al 1990 nei confronti di Diego Armando Maradona. Tale debito e' stato integralmente riconosciuto come dovuto per l'importo di 37.423.399,31 euro e cioe' per l'importo maturato alla data di presentazione del ricorso. L'importo, quindi, non ha subito alcuna riduzione o annullamento parziale''. ''La Commissione Tributaria Provinciale ha anche evidenziato come in relazione alla pretesa del Fisco relativa all'Irpef, la Cassazione avesse gia' nel 2005, con la sentenza n. 3231 passata in giudicato, respinto i ricorsi del sig. Maradona.

Dice la Commissione Tributaria: 'E' poi appena il caso di rimarcare l'importanza dell'intangibilita' del giudicato, perche' altrimenti le liti, come ha esattamente posto in rilievo la difesa degli Enti impositori, potrebbero protrarsi all'infinito con l'utilizzo di strumenti processuali elusivi, come si e' verificato nel caso in esame in cui si sono fatti rivivere aspetti di vicende ampiamente esaminati in sede giurisdizionale anni addietro'''.

I difensori di Maradona, Angelo Pisani e Angelo Scala, hanno comunque annunciato un ulteriore ricorso davanti alla Commissione tributaria d'appello.