Marano, l’orologio della Torre Millenaria è fermo: cercasi custode che lo carichi

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2016 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Marano, l'orologio della Torre Millenaria è fermo: cercasi custode che lo carichi

Marano, l’orologio della Torre Millenaria è fermo: cercasi custode che lo carichi

MARANO LAGUNARE (UDINE) – L’orologio della Torre Millenaria di Marano Lagunare, in provincia di Udine, per la prima volta dal 1793 non suona più. Il volontario che ogni mattina alle 6:30 saliva i 98 scalini per caricarlo, Elio Dal Forno, si è dimesso. L’orologio tace e i cittadini piangono, riferisce Francesca Artico del Messaggero Veneto, che ha sentito anche il sindaco di Marano, Devis Formentin:

“Cosa possiamo fare se i due bandi per la ricerca di un lavoratore occasionale per lo svolgimento di attività di servizio civico non hanno prodotto nulla? Una persona si era presentata, ma poi ha rinunciato all’incarico. Ora ne abbiamo emesso un terzo, che scade il 29 novembre: speriamo che qualcuno si faccia avanti. È vero che i 300 euro mensili del voucher non sono molti (per 40 ore richieste), ma piuttosto che niente, direi, meglio piuttosto. Ma se questi sono i problemi di Marano, vado io a caricare l’orologio”.

La minoranza di Uniti per Marano attacca il sindaco e ne chiede le dimissioni.

“Ogni giorno succede qualcosa che fa capire ai maranesi l’inefficienza della giunta Formentin. La Torre Millenaria simbolo di Marano e della cultura dei maranesi da un paio di settimane è muta, lo storico orologio che dalla metà del 1700 scandisce il ritmo delle giornate è fermo. (…) Da sempre i cittadini di buona volontà, ma anche per orgoglio, sono andati a caricare l’orologio della Torre, ma questa amministrazione non trova più nessuno che lo faccia, tant’è che nemmeno una domanda è stata presentata al Comune in seguito alla richiesta pubblica fatta per trovare un addetto. Ora stanno supplicando in giro per il paese le persone, ennesima prova della mancata credibilità della giunta Formentin e dell’ennesimo disservizio che i maranesi devono subire”.