BEIRUT – L‘estradizione di Marcello Dell’Utri dal Libano è ormai “una questione di giorni”: a dirlo è il ministro degli Esteri Federica Mogherini, che sabato è stata in visita a Beirut da dove ha ribadito che il dossier è “nelle mani dell’Interpol”.
Fonti della polizia in Libano hanno dal canto loro ribadito che non v’è ancora nessuna data certa per la consegna dell’ex senatore dal Libano all’Italia, condannato con sentenza definitiva a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Lo scorso 24 maggio il presidente della Repubblica libanese Michel Suleiman aveva firmato in extremis, a poche ore dalla fine del suo mandato, il decreto di estradizione di Dell’Utri. Da allora, erano cominciate nuove e complesse procedure burocratiche: il decreto era stato trasmesso all’autorità giudiziaria, la quale lo aveva poi girato alle autorità di pubblica sicurezza. Prima di dare il via libera alla consegna, queste devono accertarsi che non esistano denunce presentate contro l’ex senatore di Forza Italia in Libano.
Si attende dunque che le autorità di Beirut informino ufficialmente i ministeri degli esteri, della giustizia e dell’interno italiani della loro disponibilità ad avviare le procedure per la consegna. Gli uffici dell’Interpol a Roma e Beirut dovranno a quel punto concordare la data della consegna. Solo allora agenti dell’Interpol saranno inviati dall’Italia con un aereo di linea per prelevare Dell’Utri.
Il ministro della giustizia libanese, Ashraf Rifi, aveva in precedenza affermato che quella di Dell’Utri era per il Libano una “normale” procedura di estradizione, escludendo pressioni politiche dall’Italia o da ambienti libanesi. La decisione è stata in effetti presa in tempi rapidi, considerando che la richiesta ufficiale di estradizione, con la relativa documentazione, era arrivata solo il 7 maggio sul tavolo delle autorità libanesi.
L’ex senatore italiano era stato arrestato il 12 aprile all’Hotel Phoenicia di Beirut. Il 16 aprile era stato ricoverato in stato di detenzione all’ospedale Al Hayat, nel sud della capitale. In più di un occasione Dell’Utri ha affermato di non essere venuto in Libano per sottrarsi alla giustizia e di non volere ritardare l’estradizione.
A fine maggio, l’ex senatore aveva comunque annunciato che i suoi legali avrebbero fatto ricorso presso la Corte europea per i diritti umani contro la sentenza con la quale la Cassazione ha confermato il 9 maggio la condanna inflittagli dalla Corte d’Appello di Palermo.
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