Marco Prato, cocaina e botte per gioco con un altro ragazzo?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Marzo 2016 - 08:55 OLTRE 6 MESI FA
Marco Prato, cocaina e botte per gioco con un altro ragazzo?

Marco Prato, cocaina e botte per gioco con un altro ragazzo?

ROMA – Marco Prato (o Marc Prato come era noto negli ambienti delle serate romane) aveva già drogato e segregato per gioco un altro ragazzo? Lo scrive Grazia Longo su La Stampa, ricollegando questo fatto di cronaca a quello della morte di Luca Varani (il ragazzo morto durante il coca party al Collatino, per la morte del quale sono stati arrestati proprio Prato e Manuel Foffo). La cosa strana, scrive la giornalista della Stampa, è che il ragazzo presunta vittima prima ha denunciato Prato e poi ha ritirato la denuncia:

si è rinchiuso nel suo appartamento a piazza Bologna insieme a un trentenne cocainomane come lui, riempiendolo di botte.

In quella circostanza la vittima di calci e pugni è stato salvato grazie alla madre che, preoccupata per la sua sparizione, si è rivolta al 112. Una mossa disperata, dettata dal fatto che tutti gli amici del figlio contattati al telefono avevano spiegato di non essere insieme a lui. Tutti tranne uno. Marco Prato, appunto. Il bel ragazzo gay, 29 anni, pr di feste nel giro omosessuale che conta nella capitale. A differenza degli altri, Prato non ha mai risposto alle incessanti chiamate della madre disperata. Di qui la decisione di quest’ultima di rivolgersi ai carabinieri.

La scoperta nella casa dello sballo è stata devastante: Marco Prato e l’amico trentenne completamente strafatti e quest’ultimo gonfio di botte. È stata presentata una denuncia per lesioni personali, che però è stata sorprendentemente ritirata.

E poi ancora scrive Longo:

La dipendenza dalla cocaina lo ha legato a Manuel Foffo, 30 anni, studente di Giurisprudenza fuoricorso, conosciuto al veglione di capodanno. Una notte di sesso e droga: Manuel gli ha concesso un rapporto orale, ignaro di essere filmato con il telefonino. «Quel video mi dava veramente fastidio anche perché io sono eterosessuale» ha spiegato Manuel, che ha rivisto una seconda volta il bel pr, per un drink, il 9 gennaio e poi mercoledì scorso. Due giorni di cocaina e superalcolici, senza mai mangiare né dormire, non sono bastati a placare la fame di brivido, di sfida verso il male dei due giovani. Hanno voluto provare «il piacere di uccidere». Per sentirsi «superiori a tutto e a tutti».