Marco Prato, dubbi sul suicidio. Garante detenuti: “Non doveva essere trasferito”. Procura indaga

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Giugno 2017 - 13:59 OLTRE 6 MESI FA
Marco Prato, Garante detenuti: "Non doveva essere trasferito a Velletri"

Marco Prato, Garante detenuti: “Non doveva essere trasferito a Velletri”

ROMA – Marco Prato non doveva essere rinchiuso nel carcere di Velletri. E’ la dura presa di posizione del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute, Mauro Palma, che parla di un “suicidio annunciato”. Mentre la Procura di Velletri procede per istigazione al suicidio. Il procedimento, coordinato dal procuratore Francesco Prete, è contro ignoti. Non è escluso che l’indagine andrà a verificare se lo stato di detenzione di Prato fosse compatibile con le sue condizioni psicofisiche.

Prato aveva provato a farla finita già nella stanza d’albergo in cui si era rifugiato subito dopo l’omicidio di Luca Varani, ingerendo dei farmaci. Alla fine, stamattina nel carcere di Velletri, è riuscito nel suo intento: ha utilizzato una bomboletta di gas da cucina e un sacchetto di plastica. Lo hanno trovato ormai senza vita durante un giro di ispezione.

Già lo scorso anno, precisa il Garante, era intervenuto per riportarlo a Regina Coeli,

“alla luce del fatto – a tutti noto e in particolare all’Amministrazione penitenziaria – che la cosiddetta “Articolazione psichiatrica” dell’Istituto di Velletri è inesistente e che là una persona che già aveva nel passato tentato il suicidio avrebbe avuto minore assistenza di quella garantita nell’Istituto romano.

Nei mesi scorsi una sua legittima richiesta di poter essere trasferito a una sezione diversa al fine di svolgere attività è stata il pretesto per un suo nuovo invio da Regina Coeli a Velletri, avendo l’Amministrazione penitenziaria ritenuto che questa richiesta fosse indicativa del fatto che “la permanenza in questo Istituto [Regina Coeli] è ormai un fattore a favore del soggetto che gli permette di adattarsi e crearsi un ambiente favorevole”.

Il Garante aveva segnalato alla direzione del carcere e al Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria la paradossalità di questa affermazione che ha di fatto penalizzato il processo di adattamento e di ambientazione all’interno dell’Istituto.

“Il positivo percorso trattamentale è stato usato come pretesto per il trasferimento in una situazione di peggiori condizioni. Al di là di rassicurazioni informali e generiche, nessuna di queste autorità responsabili ha voluto recedere dalla posizione presa, nonostante l’indicazione dell’inadeguatezza della collocazione a Velletri e del rischio suicidario ancora esistente.

In ciò ignorando anche le indicazioni del Ministro formulate proprio per ridurre il rischio di suicidio, nonché le indicazioni europee circa il dovere di consultazione del detenuto prima di procedere al suo trasferimento”.

Il Garante nazionale guarda infine con preoccupazione ai numeri:

“Si tratta del ventiduesimo suicidio nel 2017 e le dinamiche di trasferimento da un Istituto all’altro di persone detenute, spesso di personalità complessa, continuano ad apparire dettate da mere considerazioni di gestione al di là dell’effettiva possibilità di assicurare continuità terapeutica e trattamentale”.

Intanto è stata disposta per domani, mercoledì 21 giugno, l’autopsia sul corpo di Marco Prato mentre oggi al sopralluogo svolto dal pm di turno era presente anche la polizia scientifica.