Maria Aloisi morta su treno Corato-Andria: “Preso all’ultimo minuto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Luglio 2016 - 17:12 OLTRE 6 MESI FA
Maria Aloisi morta su treno Corato-Andria: "Preso all'ultimo minuto"

Maria Aloisi morta su treno Corato-Andria: “Preso all’ultimo minuto” (foto Ansa)

CORATO – Si allunga il triste elenco delle vittime dello scontro tra treni tra Corato e Andria: “Ha preso il treno all’ultimo minuto: quella mattina era molto in ritardo ma alla fine ce l’ha fatta”. A parlare è Giuseppe Colaleo, cognato di Maria Aloisi, 49 anni, morta nell’incidente ferroviario avvenuto ieri in Puglia. “Su quel treno – racconta l’uomo – avrebbe potuto esserci mio fratello: ogni giorno si davano il cambio” per assistere un loro parente. “Mio fratello l’ha accompagnata al treno – aggiunge – e quando ha visto le immagini in tv si è fatto il segno della croce”. Maria inizialmente era tra i dispersi: “Abbiamo vagato per tutti gli ospedali, alla fine ci hanno mandati al Policlinico di Bari”, dove oggi ci sono stati i riconoscimenti delle vittime. “Mio fratello – precisa – ha spiegato che sua moglie aveva una collana con una lettera ‘M’ come ciondolo, e che aveva una cicatrice sul labbro superiore. Insomma, segni di riconoscimento”. A questo punto, aggiunge, “una infermiera ha detto è probabile sia qui”. Maria lascia due figli, di 21 e 28 anni.

Tra le vittime c’è un funzionario di polizia: si tratta di Fulvio Schinzari, di 53 anni. Era stato commissario a Canosa di Puglia e Trani. L’uomo viaggiava con una delle sue figlie della quale al momento non si sa nulla. Il corpo dell’uomo è stato riconosciuto da un collega poliziotto che stava lavorando ai soccorsi.

Antonio Summo: era andato ad Andria per sostenere due esami di riparazione. Il destino lo ha fermato tra un esame e l’altro: la mattina aveva sostenuto la riparazione in una delle materie di cui aveva il debito, il professore lo aveva invitato a tornare a casa a riposarsi e tornare nel pomeriggio.

Giuseppe Acquaviva, 51 anni, faceva il contadino. Era nel suo campo. Poi è arrivato lo schianto, i finestrini che esplodono, i pezzi di ferro lanciati a velocità folle in tutte le direzioni. Uno di questi lo ha colpito in testa.

Aveva 72 anni Enrico Castellano, nato a Ostuni. Da tempo viveva a Torino ed era un dirigente del Banco di Napoli. Dopo la pensione tornava più spesso in Puglia. Lunedì era atterrato a Bari per andare a trovare il figlio in occasione del compleanno del figlio di due anni.

Jolanda Inchingolo, 25 anni, si doveva sposare il prossimo settembre con Marco. Stava andando a Bari proprio per incontrarlo. E’ stata riconosciuta da un anello con una pietra nera che portava al dito, non lo toglieva mai.

Ancora non è stato reso noto il cognome. Quello che si sa è che Donata ha salvato la vita al nipote Samuele. Il bambino di 6 anni era tra le sue braccia quando c’è stato lo scontro ed è stato salvato dai vigili del fuoco. Stavano andando a Barletta per prendere una coincidenza per Milano e tornare a casa dai genitori.

Pasquale Abbasciano, di Andria, era uno dei due macchinisti. A fine anno sarebbe andato in pensione. Dopo il lavoro doveva andare ad Andria per raggiungere la figlia che era in Comune per le pratiche preliminari del matrimonio.

Le tre vittime tra il personale ferroviario: sono il macchinista del treno 1016, Pasquale Abbasciano, e il capotreno dello stesso convoglio, Albino De Nicolo, e il macchinista dell’altro treno, il 1021, Luciano Caterino. Il ferito è invece il capotreno del 1021, Nicola Lorizzo.

Aveva 25 anni ed era di Andria. Gabriele (di cui ancora non si sa il cognome) faceva il metalmeccanico. Lavorava a Bitonto, si era ferito a un dito e stava rientrando da Bari dove aveva fatto una visita medica.