Marina Angrilli, docente temuta ma rispettata: chi era la moglie di Fausto Filippone

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Maggio 2018 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA
Marina Angrilli, docente temuta ma rispettata: chi era la moglie di Fausto Filippone

Marina Angrilli, docente temuta ma rispettata: chi era la moglie di Fausto Filippone

PESCARA – Marina Angrilli, 52 anni, la moglie di Fausto Filippone [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play], insegnava italiano e latino al liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Pescara. “Gli alunni la temevano, ma presto imparavano ad apprezzarne il rigore” raccontano gli amici e i colleghi.

Aveva anche litigato con il preside, che le chiedeva una maggiore rilassatezza. Marina andava in palestra.

“Mia sorella – racconta il fratello Francesco Angrilli – era regolarmente sposata con rito civile con Fausto Filippone. Mia nipote Ludovica era figlia legittima della coppia. Una famiglia normalissima, sana e di buoni principi”.

Una collega, un’ora e mezza prima che lei cadesse (o fosse stata spinta) dal balcone, le aveva parlato al telefono. Ora l’amica ricorda: “Mi ha raccontato per tutto il tempo di Ludovica, di quanto era orgogliosa del fatto che avesse partecipato al concorso canoro in maniera sportiva, senza competizione. Subito dopo l’esibizione era andata a giocare con gli amici”.

“Marina – racconta un vicino di casa – era una delle poche persone che quando ti incontrava era la prima a salutare. Mi è sembrata una donna sensibile perché una volta ha sentito piangere un cane da un palazzo di fronte e si è subito preoccupata”.

La 52enne è deceduta all’ospedale civile “Spirito Santo” per le gravi lesioni riportate dopo essere precipitata dal balcone di casa a Chieti Scalo, in piazza Roccaraso.

Con la scusa di comprare una lavatrice per l’appartamento che la coppia affittava a degli studenti, Fausto Filippone ha convinto la moglie ad accompagnarlo a Chieti. E una volta lì, la caduta dal balcone. Quando uno dei vicini si è avvicinato al corpo della donna, Filippone è arrivato senza però mostrare segni di dolore, sembrava agitato, ha lasciato un nome falso e poi è andato a prendere la figlia che era dagli zii per poi compiere l’ultimo folle gesto.

“Intorno a mezzogiorno ho sentito un urlo straziante e poi un tonfo”, racconta Giuliano Salvio, un medico che abita nella stessa palazzina e quando ha visto la donna a terra ha tentato di soccorrerla: “Non c’era nessuno intorno a lei, solo dopo qualche minuto è arrivato quell’uomo, era molto nervoso, farfugliava, si teneva le mani tra i capelli e ripeteva: che sciagura, è caduta dal secondo piano, lei è mia moglie. Però restava sempre a qualche metro di distanza, malgrado lei perdesse molto sangue. Poi, mentre aspettavamo l’ambulanza, è venuto da me col cellulare in mano e mi ha detto: Ti lascio questo numero, io devo andare a prendere mia figlia. Un po’ insolito, per un marito a cui è appena caduta di sotto la moglie”.

“Devo chiedere perdono a mia moglie, ma anche lei ha molte cose di cui farsi perdonare. Fino a quindici mesi fa la mia era una vita felice”. E’ stata questa l’ultima frase di Fausto Filippone prima di gettarsi nel vuoto e togliersi la vita.

“Devo chiedere perdono a mia moglie”, ha detto ai mediatori Filipponi aggiungendo però che “anche mia moglie ha molte cose da farsi perdonare”. Il trauma che dice di aver subito 15 mesi prima forse, raccontano gli investigatori, è da circoscrivere all’ambito matrimoniale. La coppia aveva lasciato la bimba dai nonni probabilmente perché necessitavano di un po’ di tempo da soli per chiarirsi. Filippone era depresso e di questo si erano accorti anche i parenti, soprattutto la sorella di lui, di professione medico, che gli aveva suggerito (poco dopo la perdita della madre) di prendere psicofarmaci e di farsi seguire da un professionista. Ma lui ha sempre rifiutato.

Angrilli insegnava al liceo scientifico “Leonardo Da Vinci” di Pescara. E in queste ore sulla pagina Facebook della biblioteca scolastica è stato postato “Il velo”, un cortometraggio realizzato dagli studenti del triennio del laboratorio che descrive la storia di un amore insano di un ragazzo per la sua amata. “È una storia di tragica e stringente attualità — viene scritto sul social network —. Che dire, la stessa insensata sete di potere e controllo ieri ha portato via la professoressa Marina Angrilli e la sua bambina che ha vissuto ciò che nessun bambino dovrebbe neanche poter pensare”.

“Gli studenti sono turbati e sconvolti”, racconta il preside Giuliano Bocchia. “Abbiamo fatto una riflessione pedagogica anche con il supporto di uno psicologo nelle tre classi dove insegnava la professoressa Angrilli, dai più piccoli ai più grandi, per aiutare a elaborare il dolore e a capire la complessità della vita”. Lo stesso dirigente scolastico anticipa che martedì 22 maggio alunni e professori hanno deciso di confermare la visita al borgo marinaro di Pescara, un progetto di riscoperta delle tradizioni promosso proprio dalla professoressa Angrilli. “Era un’insegnante che esigeva il massimo dagli alunni perché sapeva quanto valessero e voleva tirare fuori il meglio da loro”, sostiene ancora il preside Bocchia. “Allegra e gioviale e nell’ultimo periodo di buon umore. Nulla da lei traspariva o faceva presupporre quello che sarebbe potuto accadere. Voleva molto bene alla figlia e ne parlava spesso”.