Mario Cerciello Rega, chi sono i due americani fermati: coltello ritrovato in stanza hotel

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 27 Luglio 2019 - 14:45 OLTRE 6 MESI FA
Mario Cerciello Rega, chi sono i due americani fermati: coltello ritrovato in stanza hotel

I due ragazzi americani fermati per l’omicidio del carabiniere a Roma

ROMA – Sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto per tentata estorsione e omicidio aggravato in concorso i due giovani americani fermati ieri sera per la morte del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Si tratta di due giovani statunitensi turisti nella Capitale. Ora si trovano a Regina Coeli a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Si tratta di Lee Elder Finnegan di 19 anni – l’esecutore – e Gabriel Christian Natale Hjorth di 18 anni, entrambi californiani e in vacanza nella Capitale. Sono stati rintracciati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma all’interno di un albergo romano già pronti per lasciare il territorio nazionale. Nella notte i carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito nei loro confronti un decreto di fermo emesso dalla locale Procura di Roma per omicidio aggravato in concorso e tentata estorsione. Interrogati a lungo in caserma dai carabinieri, sotto la direzione dei magistrati della Procura di Roma, davanti “a prove schiaccianti” avrebbero ammesso le proprie responsabilità

Trovati nella stanza dell’albergo dei due ragazzi americani, un coltello di notevoli dimensioni sporco di sangue, nascosto dietro a un pannello del soffitto, e i vestiti indossati durante l’aggressione. Inoltre è stato ritrovato anche il borsello rubato allo spacciatore: era nascosto in una fioriera esterna, vicina all’hotel.

Che ruolo ha avuto la vittima del furto?

Da chiarire intanto l’esatto ruolo della persona derubata. Non è chiaro se si sia trattato di un pusher o di un suo ‘intermediario’, ovvero di un procacciatore di clienti che opera nelle piazze di spaccio. In ogni caso è insolito che una persona che abbia a che fare con traffici illeciti si rivolga poi ai carabinieri per dare l’allarme e denunciare il furto di uno zainetto con dentro telefono e anche dei soldi, forse provento di attività illecite. Un altro aspetto riguarda il perché i due americani, in possesso di un cellulare rubato, abbiano risposto alla chiamata in arrivo su quel numero e prendano un appuntamento con la vittima tentando l’estorsione.

Altro elemento da verificare è la presunta presenza di pattuglie in appoggio che non sono riuscite a intervenire in tempo quando la situazione è precipitata. Del resto né il carabiniere colpito a morte né il collega, entrambi in borghese come richiede un servizio in cui è necessaria la non riconoscibilità dei militari, hanno utilizzato l’arma di servizio per difendersi o mettere in fuga i due aggressori.

“Non pensavo fosse un carabiniere”

“Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato”. Così Elder Finnegan Lee, il cittadino americano che ha confessato di essere l’autore materiale dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, ha raccontato agli inquirenti quanto avvenuto in via Pietro Cossa. Lee Elder, il 19enne statunitense ritenuto l’autore materiale delle coltellate mortali al vice brigadiere Mario Cerciello Rega, avrebbe negato che il carabiniere che gli si è avvicinato si sia qualificato o comunque “si sarebbe nascosto dietro la propria difficoltà di comprendere la lingua italiana”. E’ quanto emerge dal decreto di fermo. L’altro statunitense, invece, avrebbe ammesso che il carabiniere si era qualificato.

La ricostruzione dell’omicidio

Poco prima dell’aggressione al vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ferito a morte con 8 coltellate due notti fa a Roma, i due giovani statunitensi fermati avrebbero sottratto uno zaino a un cittadino italiano, minacciandolo nel corso di una telefonata di non restituirglielo se non dietro il pagamento di 100 euro e di un grammo di cocaina. E’ la ricostruzione resa nota dai carabinieri che indagano sulla vicenda. Successivamente, i carabinieri contattati dalla vittima che aveva denunciato l’accaduto, si sono presentati all’appuntamento per bloccare i responsabili che, nonostante i militari si fossero qualificati come appartenenti all’Arma, non avrebbero esitato a ingaggiare una colluttazione culminata con le coltellate che hanno ucciso il vice brigadiere. (fonte ANSA)