ROMA – Le relazioni di servizio della stazione dei Carabinieri Farnese, quella cui apparteneva il vicebrigadiere Marcello Cerciello Rega, lasciano più di un dubbio su quanto avvenuto la notte dell’omicidio.
Dubbi sulla relazione di servizio. Tanto è vero che la Procura ha allegato agli atti finora acquisiti nell’inchiesta anche l’elenco dei turni di presenza in servizio.
Nell’ordinanza di cattura dei due americani si legge che Andrea, il collega del sottoufficiale ucciso, prima di ricevere l’incarico di recuperare lo zaino, “alle ore 1.19 era intervenuto in Piazza Mastai su ordine del maresciallo Santone”.
Dov’era Cerciello? Non aveva con sé la pistola d’ordinanza perché l’aveva dimenticata oppure perché non era in servizio? Quelle relazioni sono state corrette in un secondo tempo?
La serie di interrogativi segue quelli sulla presenza proprio a Piazza Mastai di agenti in borghese e in divisa: gli spacciatori sembrano continuare ad agire indisturbati.
Né pusher né informatore, allora chi è Brugiatelli? Sergio Brugiatelli, il proprietario dello zaino rubato, resta una figura enigmatica. Il legale assicura che il suo assistito non è né un pusher né un confidente dei Carabinieri.
Ma è lui che fa da mediatore per far acquistare la cocaina ai due americani dagli spacciatori di Piazza Mastai, perché, è negli atti, è lui a dirlo agli agenti quando denuncia il furto dello zaino.
Spacciatori liberi di spacciare. Racconta anche della truffa (tachipirina al posto di cocaina) tentata dai suoi amici pusher. Non ha il profilo, evidentemente, di un passante o di un turista cui abbiano sfilato il borsello che si rivolge alla polizia. Come mai i Carabinieri non hanno fermato i suoi amici? (fonte Corriere.it)