Martina Levato, Alexander Boettcher: per i giudici sono “più pericolosi dei mafiosi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2015 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA
Martina Levato, Alexander Boettcher: per i giudici sono "più pericolosi dei mafiosi"

Alexander Boettcher e Martina Levato

MILANO, 18 APR – Martina Levato e Alexander Boettcher, la cosiddetta ‘coppia diabolica’, e Andrea Magnani, il complice, già detenuti per le lesioni gravissime causate con l’acido al ventiduenne Pietro Barbini formavano una vera e propria banda e sono più pericolosi dei mafiosi.

E’ questa la conclusione a cui sono giunti gli investigatori della Polizia di Stato che hanno recapitato ai tre un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano. Secondo le risultanze delle indagini, coordinate da Alberto Nobili e Marcello Musso, i tre avrebbero costituito una vera e propria associazione per delinquere responsabile dell’ aggressione ai danni di altre due persone. La Levato, inoltre, è accusata anche di un tentativo di evirazione, avvenuto il 19 maggio scorso, in danno di uno studente della Cattolica, con cui la donna aveva avuto una breve relazione sentimentale.

Il gip di Milano Giuseppe Gennari, nell’ordinanza spiega. “Chi scrive ha avuto a che fare con delinquenti di ogni livello e categoria. Mafiosi,’ndranghetisti, rapinatori a mano armata, terroristi pronti a uccidere persone inermi, assassini di professione. Ebbene, mai si è avvertita una percezione di così intenso pericolo”. Secondo il gip, le aggressioni con l’acido sono “spaventosamente intense, più che eccezionali (e lo si dice espressamente per Martina Levato, che versa in stato di gravidanza), sono le esigenze cautelari concernenti il pericolo di reiterazione della condotta criminosa”. Questo pericolo, si legge ancora nell’ordinanza, “è il prodotto del vuoto che pervade l’animo dei tre protagonisti e che li spinge ad agire con uno sprezzo assoluto per i fondamentali valori comuni alla specie umana”.

Per arrivare all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della studentessa bocconiana, del broker immobiliare e del loro presunte complice, già finiti in carcere per aver sfigurato con l’acido Pietro Barbini lo scorso dicembre e ora destinatari di misura cautelare per altre aggressioni, è stata condotta un’indagine con metodi anti-mafia. Secondo gli inquirenti, infatti, c’è stata in questa inchiesta un’estensione di quel metodo di indagine e delle sensibilità usate per procedimenti contro la mafia. “Quando per un capriccio amoroso – scrive il gip – per un’ ossessione di possesso e controllo sull’altrui persona (che poi è un modo per realizzare narcisisticamente se stessi) si è disposti ad infliggere un male enorme, rimanendo indifferenti all’altrui sofferenza e alla enorme sproporzione tra ciò che spinge ad agire e ciò che si provoca, tutto diventa possibile. Anche evirare un giovane studente, sfigurare un perfetto sconosciuto senza provare il minimo rimorso, sfregiare un compagno di studi e mutilarlo per sempre”.

La coppia e Magnani devono rispondere oltre che dell’ aggressione a Barbini anche di aver sfigurato per uno scambio di persona lo studente Stefano Savi il 2 novembre scorso e di aver tentato di aggredire con l’acido anche il fotografo Giuliano Carparelli, a metà novembre. La studentessa, in particolare, deve rispondere di un totale di nove capi di imputazione relativi ai tre episodi ed anche al tentativo di evirare un altro studente nel maggio 2014.

I tre sono serial killer” e per loro “evidentemente colpire il viso delle vittime serve a cancellare la loro identità e quindi a cancellarle dalla vita di Martina Levato” scrive ancora il gip di Milano Giuseppe Gennari. Nell’ordinanza si legge anche che la cosiddetta ‘coppia diabolica’, con l’aiuto del basista Magnani, per oltre un mese, dalla metà dello scorso ottobre e fino a fine novembre, avrebbe cercato di colpire e sfigurare il fotografo Giuliano Carparelli il quale, a metà novembre, riuscì a proteggersi con un ombrello dal lancio della sostanza corrosiva. E tra questi tentativi di aggredire Carparelli “vi è l’orrenda parentesi – spiega il giudice – dell’errore di persona”, la “storia, allucinante” di Stefano Savi, sfregiato il 2 novembre scorso perché scambiato per Carparelli. Savi che, scrive il gip, aveva “un’unica ‘colpa’, eufemisticamente parlando: anche lui è un frequentatore della discoteca Divina”, dove nel febbraio 2014 Levato aveva baciato Carparelli. E il fotografo proprio per quel bacio andava “punito”.

E’ “veramente stupefacente” come “una ragazza della sua età, senza esperienza criminale” sia stata “capace” di colpire “a sangue freddo” un “inerme ragazzo colpevole di nulla, anzi un amico, con modalità brutalmente cruente”, perché “accoltellare a freddo una persona non è una cosa banale”. Il gip di Milano, nell’ ordinanza di custodia cautelare a carico di Martina Levato, Alexander Boettcher e del presunto complice Andrea Magnani, scrive così nel ‘capitolo’ relativo al tentativo da parte della studentessa di evirare nel maggio 2014 lo studente dell’ Università Cattolica, Antonio Margarito. E’ una cosa, spiega il giudice, “che poche persone sono in grado di fare. È anche peggiore del tirare l’acido. Tirando l’acido – aggiunge – non hai bisogno del contatto fisico, non provochi sangue e puoi anche non vedere immediatamente gli effetti della tua condotta. Ma avere a fianco un ragazzo, farlo spogliare, simulare una masturbazione e poi prendere un coltello e affondarlo non è per niente banale. Questo è un aspetto – conclude il gip – che va profondamente meditato quando si parla della pericolosità di Martina Levato”.