Martina Levato, gli inquirenti: “Scollegata dalla realtà. Come gli appartenenti a una setta…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Gennaio 2015 - 09:57 OLTRE 6 MESI FA
Martina Levato e il ragazzo, Alexander

Martina Levato e il ragazzo, Alexander

MILANO – “Quella ragazza ricorda gli appartenenti a una setta” dicono ora gli inquirenti quando parlano di Martina Levato, la ragazza di 23 anni che ha tirato dell’acido all’ex fidanzato, Pietro Barbini, sfregiandogli il volto e provocandogli danni pesantissimi, forse la perdita di un occhio.

“Non riesco ancora a crederci, era una mia amica, ma come è riuscita a farmi una cosa del genere?” dice Pietro Barbini, 22 anni, il ragazzo ferito con l’acido da Martina. I due si erano conosciuti al liceo Parini, un piccolo flirt, niente di più. Poi quella ragazza, racconta Pietro, è rispuntata domenica 28 gennaio, incappucciata in una strada buia della periferia di Milano.

Pietro è ricoverato in ospedale ed è “vigile, cosciente, collaborativo” come raccontano i medici. I chirurghi cercano di salvargli l’occhio destro. I motivi dell’agguato, come ripetono gli inquirenti, vanno cercati nel rapporto morboso tra Martina Levato e il ragazzo,  Alexander Boettcher, 30 anni, quello che in casa aveva un bisturi e una bottiglia di cloroformio per incidere le sue iniziali sul corpo delle compagne.

Martina, via WhatsApp, scriveva a Pietro e lui da buon amico rispondeva e dava consigli. Ma Martina, secondo gli inquirenti, quei messaggi li usava per fare ingelosire Alexander. Come spiegano Elisabetta Andreis e Gianni Santucci del Corriere della Sera:

 È in questa assurda rete che è stato tirato dentro «un ragazzo innocente – come spiegano ancora le persone vicine alla famiglia – ed è inaccettabile che oggi Martina stia tentando di scaricare la colpa su presunte intromissioni di Pietro nella sua vita, che non ci sono mai state, perché s’è sempre e soltanto trattato di un tentativo di proteggerla. Era lei a chiedergli consigli». Ecco, l’ultimo elemento utile a cercare di capire l’origine assurda di questo male è la sensazione che hanno avuto alcuni inquirenti: «Quella ragazza ricorda gli appartenenti a una setta, che vivono un rapporto completamente scollegato dalla realtà, in un mondo che è tutto nella loro testa».