Martino Scialpi: fece 13 nel 1981, mai pagato. Ora chiede 13 milioni al Coni

Pubblicato il 29 Marzo 2013 - 12:13| Aggiornato il 25 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

TARANTO – Un miliardo di lire con un “13” del 1981 mai incassato, una schedina maledetta che oggi varrebbe 13 milioni di euro: Martino Scialpi, il commerciante di Martina Franca (Taranto), che il 1° novembre 1981 realizzò una vincita al Totocalcio di più di un miliardo di lire, ma non ha mai incassato la vincita perché non risultava prodotta la matrice della sua schedina, ha chiesto al Coni 13 milioni di euro (comprensivi di rivalutazione monetaria e risarcimento danni) nell’ambito del processo d’appello in sede civile per presunta responsabilità extracontrattuale.

Il procedimento è a carico di ex dirigenti del Comitato olimpico e del Ministero dell’Economia. Inoltre, è stato presentato ricorso contro la revoca dell’ingiunzione di pagamento di due milioni e 344 mila euro disposta il 14 febbraio 2012 dal Tribunale civile di Roma in base all’art. 186 ter del codice di procedura civile e bloccata esattamente un mese dopo. Secondo Scialpi, la revoca ”non è consentita dalla giurisprudenza consolidata in quanto è prevista la non impugnabilità, la non reclamabilità e la non modificabilità del provvedimento”.

I legali dello scommettitore fanno presente che la schedina è stata dichiarata autentica e che, sin dal 1981, ”il Coni non ha mai fornito prova dei verbali di controllo e custodia delle matrici e verbali di spoglio come previsto dagli articoli 7-12 della Commissione centrale”.