Mascherine al chiuso obbligatorie fino al 31 marzo. Aumenta però il pubblico negli stadi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Febbraio 2022 - 08:34 OLTRE 6 MESI FA
Mascherine al chiuso obbligatorie fino al 31 marzo. Aumenta anche la capienza degli stadi

Mascherine al chiuso obbligatorie fino al 31 marzo. Aumenta anche la capienza degli stadi (foto Ansa)

Dall’11 febbraio via le mascherine all’aperto, restano obbligatorie al chiuso fino al 31 marzo. E poi stadi pieni al 75% da marzo, discoteche che si preparano a riaprire, mentre la curva dell’epidemia continua a scendere rapida e si riducono anche i ricoveri dei bambini. 

Mascherine al chiuso fino al 31 marzo: l’ordinanza

A sottolineare il nuovo corso è l’arrivo dell’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che dall’11 febbraio non renderà più obbligatorio indossare le mascherine all’aperto, ma bisognerà comunque portarle sempre in tasca per proteggersi in caso di assembramenti mentre resta l’obbligo di indossarle al chiuso. Restano infatti obbligatorie nei luoghi chiusi fino al 31 marzo. 

Mascherine, per chi non varrà l’obbligo

L’ordinanza precisa che non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo; i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva.

Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Il provvedimento è in linea con le indicazioni del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), per il quale “in ambienti all’aperto in cui il distanziamento non è possibile, va considerato l’utilizzo di mascherine per il viso”.

Non solo mascherine al chiuso: nuova capienza per gli stadi 

Si preparano a entrare in una nuova fase anche gli stadi, nei quali il primo marzo la capienza sale al 75% per le strutture all’aperto e al 60% per quelle al chiuso, come annunciato dal ministro Speranza e dalla sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali.

Se la situazione epidemiologica lo consentirà, potrà anche essere avviato un percorso per portare la capienza al 100%.

La gradualità è d’obbligo considerando che, nonostante la tendenza positiva, i numeri dell’epidemia sono ancora alti.

Bollettino coronavirus dell’8 febbraio: 101mila nuovi casi, 415 morti

L’aggiornamento quotidiano del ministero della Salute indica che i nuovi casi sono stati 101.864, contro i 41.247 di 24 ore prima.

Una differenza notevole, ma in linea con i numeri solitamente bassi di ogni fine settimana e che si riflette nella differenza nel numero dei test, passati in un giorno da 393.663 a 999.095.

L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) osserva che, su base settimanale, i ricoveri nelle rianimazioni sono stabili al 15%, mentre nei reparti ordinari si osserva una risalita al 19% (+1%). In flessione, invece, i ricoveri dei bambini, rimasti finora stabili rispetto a quelli degli adulti, rileva l’Associazione degli ospedali pediatrici italiani (Aopi).

Ancora alto il numero dei decessi: 415 dai 326 di 24 ore prima, ma sul numero pesano gli 83 riconteggi. E’ un numero “in linea con l’evoluzione dell’epidemia che abbiamo imparato a conoscere”, osserva il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Coronavirus – Dati e analisi scientifiche”.

Covid, “il picco passato a inizio gennaio”

“Abbiamo toccato il picco dei casi a inizio gennaio, poco dopo quello degli ingressi nelle terapie intensive e quello dei decessi a fine gennaio; da allora – aggiunge – è cominciata la discesa anche per i decessi, ma il decremento che si è visto finora è stato piccolo. E’ probabile che nelle prossime settimane vedremo diminuirli progressivamente”.

Fra le regioni, i dati del ministero indicano i maggiori incrementi giornalieri in Lombardia (12.194), Veneto (11.201), Emilia Romagna (10.789) e Campania (10.342).

Le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo M. Picone del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), indicano infine che i casi di Covid-19 nelle regioni meridionali non diminuiscono in modo significativo e in alcuni casi si osserva un, seppur contenuto, aumento.