Masi a Bisignani contro Santoro: “Gli stamo a spaccà il culo, sò arrapato”

Pubblicato il 21 Giugno 2011 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Altre intercettazioni che riguardano Mauro Masi e Luigi Bisignani sarebbero venute fuori dalle carte dell’inchiesta sulla cosiddetta P4. Marco Lillo e Antonio Massari sul Fatto Quotidiano hanno citato alcune conversazioni tra l’ex direttore generale della Rai e l’uomo d’affari. Tema dei colloqui, era spesso Michele Santoro che i due, stando a quanto riportano Lillo e Massari, avrebbero cercato di far fuori dalla Rai a più riprese.

Quando, scrivono i due cronisti del Fatto, il 10 ottobre sembra che Santoro possa essere licenziato, Masi si lascia andare al telefono con espressioni non proprio signorili: “Santoro in fuga”, “Abbiamo vinto, è morto”, “Gli stamo a spaccà il culo”, “Sò arrapato come una bestia”.

In realtà, spiegano Lillo e Massari, Masi e Bisignani cercavano di archiviare la pratica Sant0ro già da alcuni mesi, e per ottenere questo risultato avrebbero cercato sponda anche in autorevoli organi di stampa: nelle carte sarebbe citato il Corriere della Sera, con Masi che avrebbe consigliato a Bisignani di avvicinare il direttore Ferruccio De Bortoli.

Ecco cosa scrivono a tal proposito Lillo e Massari0: “A maggio Masi dice a Bisignani: “Senti, ho chiuso con Santoro…”. Sembra che stia parlando di una sorta di accordo – e poi gli spiega che la notizia di lì a poco finirà sulle agenzie, quindi consiglia Bisignani di avvisare il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e di tacere, invece, con Dagospia”.

Il 23 settembre, però, Santoro pronunciò, rivolto a Masi, il celebre “Vaf fan’ bicchiere” durante un editoriale di Annozero e, sottolineano Lillo e Massari, questo sembra poter dare a Masi il pretesto per bloccare il giornalista: “il giorno dopo la Finanza intercetta questa conversazione tra Bisignani e Masi: B: menamo o famo.. questo è un pazzo veramente eh M: vabbè poi ti dico a voce finalmente ha fatto l’errore che volevo io (…) con questa roba qui lo sospendo io vado… mercoledì porto la sospensione eh (…) che è aziendale, fatto tutto, già deciso… tra l’altro sono tutti d’accordo (…) vedrai. Garimberti la vota gli altri due dove stanno (…) la sospensione è 10 giorni, la si inizia con una sospensione da 10 giorni, però, è un segnale mica da ridere eh, con la sospensione non può andare in onda, tante cose B: salta una puntata! (…) o due. M: è un segnale mica da ridere eh Gigi.

Secondo Lillo e Massari, a questo punto della vicenda Bisignani si sarebbe mosso in prima persona, contattando un avvocato per scrivere la lettera contro Santoro: l’uomo d’affari “si mostra disponibile a incaricare un suo avvocato per redigere la lettera di ammonimento. Lettera che viene trascritta sotto dettatura. Ed ecco il testo dettato a Bisignani dall’avvocato Gabriele Arcuri: “Egregio dottore, in riferimento a quanto emerso nel corso della trasmissione … i toni contenuti nelle predette espressioni sono apparse in aperto e inequivocabile contrasto con quanto da sempre rappresenta la società in Italia e nel mondo. Il perpetrarsi di un atteggiamento di evidente …”.

Bisignani, proseguono Lillo e Massari, avrebbe proseguito specificando i concetti che avrebbe voluto mettere in evidenza: “Qua metti il concetto di servizio pubblico”. “Lo devo mettere?”, risponde l’avvocato. “Be…, il concetto di servizio pubblico, sì. Poi vai avanti”, continua Bisignani, che aggiunge: “Una sentenza, una cosa, un cazzo, non ce lo mettiamo?”.

In altre intercettazioni, proseguono Lillo e Massari, Bisignani si sarebbe detto soddisfatto della strategia adottata, tanto da esclamare, “Santoro (…) lo licenziamo”.