Massimo Bossetti, Giallo: “Nella foto satellitare si vede il cadavere di Yara Gambirasio”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Luglio 2017 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Durante il processo di primo grado a carico di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, l’attenzione si era concentrata quasi interamente su quella che è considerata la “prova regina” del Dna mentre nel corso del processo d’Appello la difesa dell’imputato sta giocando anche un’altra carta, quella delle foto satellitari del campo di Chignolo d’Isola, dove a tre mesi dalla scomparsa da Brembate Sopra fu trovato il cadavere della 13enne.

La difesa di Bossetti fa riferimento a una immagine che risale al 24 gennaio 2011 e che secondo i legali dimostrerebbe l’assenza del corpo di Yara nel campo di Chignolo d’Isola. Se ciò fosse confermato si dovrebbe riscrivere l’intera storia del processo che ha portato in primo grado alla condanna di Bossetti in quanto l’elemento rimetterebbe in discussione l’impianto dell’accusa e porterebbe a considerare l’ipotesi che il corpo della vittima sia stato spostato.

Su queste foto satellitari c’è stato uno scontro in aula nell’ultima udienza del processo, con gli avvocati della famiglia Gambirasio che hanno parlato di una immagine “taroccata”. Premettendo che è detto che la foto venga ammessa agli atti, i difensori di Bossetti l’hanno presentata e discussa in aula.

Gli avvocati hanno indicato sulla slide con un segno bianco posizione e presunte dimensioni del corpo di Yara, con l’obiettivo di dimostrare che  il cadavere della ragazzina un mese prima del ritrovamento non era in quel campo e che quindi Yara non sarebbe stata uccisa lì. Dimostrazione che ha fatto sbottare l’avvocato di parte civile Andrea Pezzotta: “Si vuol far passare che quella barretta bianca corrisponda all’altezza di una persona e invece è più larga della strada che l’altro giorno ho misurato personalmente ed è di tre metri. Quindi questo è un falso”, ha detto l’avvocato dei Gambirasio annunciando la possibilità di un esposto perché “siamo andati oltre i limiti”.

A rimarcare la debolezza della tesi della difesa di Bossetti in riferimento alla foto che confermerebbe l’ipotesi dell’assenza del corpo di Yara nel campo di Chignolo d’Isola prima del suo ritrovamento è stato anche il settimanale Giallo che ha tentato di analizzare meglio le immagini.

La giornalista Albina Perri ha spiegato di aver

“schiarito e contrastato con photoshop la foto satellitare che si trova sul sito Macchianera.net.

Guardando dentro il cerchio che viene indicato come il punto di ritrovamento del cadavere di Yara, si notano alcuni punti scuri. La posizione è esattamente quella che aveva il corpo della ragazzina quando venne ritrovato: testa verso la provinciale 160, piedi verso la sterrata, continuazione di via Badeschi (allego documento ufficiale e allego anche il disegno di come venne ritrovato il corpo). Inoltre, se si fa il confronto proprio con la strada sterrata sulla sinistra, larga circa tre metri, si vedrà come questi punti più scuri sono lunghi più o meno la metà.

E Yara era alta proprio 1 metro e 50. È dunque altamente probabile che Yara sia proprio quei pochi pixel neri. La definizione della foto non consente di dire altro. Ma non consente nemmeno di dire che Yara non ci sia. Quindi, se proprio vogliamo essere “pessimisti” possiamo dedurre che questa fotografia non serve a un bel nulla.”