Massimo Bossetti, per la criminologa Roberta Bruzzone non ci sono dubbi: “Ecco perché lo hanno condannato”

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2017 - 12:19 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Bossetti, per la criminologa Roberta Bruzzone non ci sono dubbi: "Ecco perché lo hanno condannato"

Massimo Bossetti, per la criminologa Roberta Bruzzone non ci sono dubbi: “Ecco perché lo hanno condannato”

BERGAMO – Il verdetto della Corte d’assise d’appello di Brescia era “ampiamente prevedibile” e la condanna di Massimo Bossetti è da considerarsi “oltre ogni ragionevole dubbio”. Ne è convinta la criminologa Roberta Bruzzone, che al termine del processo di appello contro il carpentiere di Mapello, accusato di aver assassinato Yara Gambirasio, non ha alcun dubbio.

La battaglia giudiziaria non è ancora terminata, ci sarà sicuramente un ricorso in Cassazione da parte della difesa. Ma per Roberta Bruzzone il destino di Bossetti è ormai segnato. “Qui siamo al secondo grado di giudizio e per quanto riguarda il merito questa condanna è una pietra tombale sulla vicenda processuale. In Cassazione ci si va per questioni di legittimità e, conoscendo molto bene ciò che è accaduto in primo grado e in Appello, non riesco a ipotizzare dei vizi tali da far riaprire il procedimento”, spiega l’esperta al quotidiano Libero.

Per la Bruzzone insomma il caso è chiuso. Fino alla fine la difesa ha chiesto una perizia sul test del Dna, la prova regina attorno alla quale l’accusa ha costruito il procedimento e alla quale hanno creduto anche i giudici di Appello. “La richiesta era irricevibile, punto e basta – taglia corto la Bruzzone – Già la sentenza di primo grado aveva superato tutte le criticità avanzate dai legali di Bossetti”.

Per la criminologa, Bossetti “è un soggetto che ha dimostrato una pervicacia nel mentire in maniera sistematica. Prima di essere fermato, ha vissuto per quattro anni come se nulla fosse, con il peso di questo delitto sulla coscienza. Probabilmente nella sua ignoranza, quando gli investigatori avevano identificato il killer nel figlio di Guerinoni, avrà anche pensato che si erano sbagliati. Allora non poteva certo immaginare che il suo albero genealogico portava in ben altra direzione”.