Massimo Giuseppe Bossetti, avvocati: “A settembre sarà libero”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Agosto 2014 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Giuseppe Bossetti, avvocati: "A settembre sarà libero"

Massimo Giuseppe Bossetti

BERGAMO – Massimo Giuseppe Bossetti potrebbe presto tornare libero. I suoi avvocati si preparano a presentare l’istanza di scarcerazione, probabilmente nei primi giorni di settembre. Bossetti è in isolamento dal 16 giugno scorso, unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) scomparsa il 26 novembre del 2010 e ritrovata morta in un campo di Chignolo d’Isola tre mesi dopo.

Bossetti si è sempre dichiarato innocente, nei suoi confronti ci sono solo del Dna e degli avvistamenti di un furgone simile al suo vicino al luogo dell’omicidio.

Gli avvocati aspettano gli esiti degli accertamenti tecnici sui reperti trovati sulla Volvo e sul furgone Fiat Daily di Bossetti, e se questi daranno risultati negativi, chiederanno la scarcerazione.

Intanto il 19 agosto sono cominciati gli accertamenti sugli ultimi oggetti sequestrati il 24 giugno nella casa di Bossetti: un paio di scarponi da lavoro e altri oggetti di uso comune prelevati nella villetta di Mapello in cui l’uomo viveva con la moglie e i tre figli.

I risultati confluiranno in un’unica relazione nella quale saranno illustrati anche quelli degli esami svolti sugli automezzi. Anche se i risultati non dovessero arrivare in tempi brevi, gli avvocati di Bossetti hanno intenzione di chiederne la scarcerazione.

Sono ormai 64 giorni che Bossetti è in cella di isolamento, dove ha appeso, alle pareti, alcune immaginette della Madonna. “Prega, legge i giornali e aspetta le visite della moglie Marita Comi”, raccontano i suoi legali. Proprio la donna è stata nuovamente sentita in questi giorni dal pm, che le ha negato la presenza dell’avvocato. “Testimone e non indagata”, aveva spiegato il pm: quindi niente avvocato. E questa scelta della Procura ha determinato un ‘muro contro muro’ tra accusa e difesa. Procura che continua ad aver quell’asso nella manica che è il Dna di Bossetti, trovato sul corpo di Yara: prova certa per il pm della presenza del muratore mentre la ragazza veniva uccisa e il fatto che sui suoi leggins e sugli slip vi fosse sangue dell’indagato, e in modo copioso, non lascia scampo a Bossetti. La difesa aveva preannunciato la richiesta di ripetere l’esame del Dna che ancora non ha presentato.