Massimo Pallini, l’avvocato di 49 anni ucciso ieri pomeriggio a Cassino, è stato assassinato per motivi legati a un’asta giudiziaria. Natalino Di Mambro, 62 anni, ieri mattina, appresa la notizia di aver perduto parte dei suoi beni, ha ritenuto colpevole il legale della sua rovina e si è recato in un’armeria di Cervaro dove ha acquistato una pistola Glock 9×21. Ha quindi aspettato che l’avvocato arrivasse nel suo studio di via Cimarosa e, incurante del fatto che ci fossero persone in attesa, è entrato e ha sparato quattro colpi contro Pallini uccidendolo all’istante.
Poi, con grande tranquillità, è andato via. Ha preso un tranquillante e si è addormentato. Al risveglio ha preso coscienza di quanto accaduto e ha chiamato il proprio legale, Raffaele Papa, del Foro di Cassino. Si è costituito poco prima delle 19 agli uomini della squadra mobile di Frosinone. Nel corso della lunga confessione, durata fino alle della notte scorsa, l’uomo ha inoltre spiegato di essere in possesso anche di un carabina e che, ieri pomeriggio, nel suo raptus di follia, aveva deciso di utilizzare quel tipo di arma ma poi, essendo questa troppo grande e facilmente individuabile, aveva deciso di acquistare una pistola, più piccola.
Nell’auto dell’assassino gli investigatori della squadra mobile di Frosinone e del commissariato di Cassino hanno trovato 50 proiettili. Di Mambro ha riferito infatti di essere stato intenzionato ad utilizzarli tutti nel momento in cui qualcuno avesse avuto qualche reazione inaspettata.
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