Massimo Ponzellini, i pm: “A Daniela Santanché 2,8 milioni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2014 - 22:00| Aggiornato il 26 Marzo 2014 OLTRE 6 MESI FA
Daniela Santanché (foto Ansa)

Daniela Santanché (foto Ansa)

MILANO – Due milioni e 800 mila euro “nell’interesse esclusivo” di Daniela Santanchè, amministratore delle società Visibilia2 e Visibilia srl. La parlamentare di Fi non è indagata.

E’ uno dei presunti finanziamenti illeciti contestati all’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini elencati dai pm milanesi nell’avviso di chiusura delle indagini.

Secondo i pm di Milano Ponzellini, insieme ad altri tra cui  il suo ‘braccio destro’ Antonio Cannalire, avrebbe creato all’interno di Bpm una 

”struttura adatta a recepire, coltivare e soddisfare le richieste di finanziamento di una cerchia di soggetti segnalati da ambienti politici o imprenditoriali in grado di retribuire i membri dell’associazione” per delinquere.

Nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dai pm di Milano Roberto Pellicano e Mauro Clerici e notificato dalla Gdf a Ponzellini e ad altre 16 persone, nell’elenco di finanziamenti che sarebbero stati disposti dall’ex presidente e dal suo ex braccio destro Antonio Cannalire a favore di una serie di società con “un danno patrimoniale” per l’istituto di credito milanese, c’è anche quello per le concessionarie di pubblicità Visibilia2 e Visibilia srl amministrate dalla parlamentare.    

La vicenda non è nuova mentre inedita è la cifra complessiva stanziata. Nel capo di imputazione si legge infatti che Ponzellini e Cannalire “in conflitto di interessi con la posizione di dirigenti di Bpm” hanno “concorso a compiere nell’interesse esclusivo di Daniela Santanchè amministratore delle società Visibilia2 e Visibilia atti di disposizione del patrimonio di Bpm facendo ottenere a dette società finanziamenti per circa 2,8 milioni di euro, deliberati nel dicembre del 2009 e agosto 2010 con successive proroghe di scadenza, con la consapevolezza di recare pregiudizio della banca, posto che le società finanziate erano prive di affidabilità bancaria essendo in condizioni di fragilità economico-patrimoniale e in difetto di valide garanzie, tanto che la esposizione non si è ridotta nel periodo successivo e che nel dicembre del 2012 è stato negoziato un piano di rientro”