Matrimoni gay, in arrivo la decisione della Corte costituzionale

Pubblicato il 22 Marzo 2010 - 21:42 OLTRE 6 MESI FA

Vigilia importante, quella di oggi, per le associazioni italiane che si occupano dei diritti delle persone omosessuali: domani la Corte  costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità di due delle quattro ordinanze dei tribunali di Venezia e Ferrara e delle Corti d’Appello di Trento e Firenze, cui si erano rivolte coppie omosessuali che avevano impugnato in sede giudiziale i dinieghi alle pubblicazioni matrimoniali ricevuti dai rispettivi Comuni di residenza.

Si tratta di un momento “storico”, dicono le associazioni, che si sono riunite in un comitato, che si chiama “Sì, lo voglio” e che da giorni si è mobilitato, organizzando sit-in e manifestazioni a sostegno del diritto delle coppie omosessuali a sposarsi. Il tutto nell’ambito della campagna portata avanti a livello nazionale dall’Associazione Radicale Certi Diritti e da Rete Lenford-Avvocatura per i diritti lgbt, che ha coinvolto una trentina di coppie.

La vicenda è partita da Venezia, dove una coppia di omosessuali si è vista negare dall’ufficiale dello stato civile le pubblicazioni di matrimonio. Motivo del rifiuto, la “ritenuta estraneità all’ordinamento giuridico italiano dell’istituto del matrimonio tra persone dello stesso sesso”. A seguito del diniego, era stato incardinato dinanzi al Tribunale di Venezia un ricorso per far dichiarare illegittimo il rifiuto. Il tribunale, con ordinanza del 3 aprile 2009, ha rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità, chiedendo alla Consulta se negare alle coppie formate da persone dello stesso sesso l’accesso all’istituto del matrimonio sia conforme alla Costituzione italiana.

Nell’ordinanza, il Tribunale scrive che non ha “alcuna giustificazione razionale” la norma “implicita nel nostro sistema, che esclude gli omosessuali dal diritto di contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso”. Il provvedimento ipotizza quindi il contrasto di quelle disposizioni con più principi della Carta, a cominciare da quello di uguaglianza e dal riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo.

Tra i casi di cui si occuperà la Consulta c’è anche quello del presidente di Gaylib (associazione dei gay di centrodestra), Enrico Oliari, e del suo compagno, che hanno fatto ricorso a Trento. Secondo le associazioni, in Italia il matrimonio civile fra persone dello stesso sesso non è vietato da nessuna disposizione del Codice civile e risponde al principio della “pari dignità sociale” delle cittadine e dei cittadini, sancito dall’articolo 3 della Costituzione, nonché ai principi dell’articolo 29 che in nessun caso parla di maschio e femmina, ma solo di “società naturale fondata sul matrimonio”, a sua volta “ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi”. “Comunque vada, questa sentenza sarà un evento epocale per il nostro Paese”, concludono.