Mattia Dall’Aglio, la morte nel filmato delle telecamere

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Agosto 2017 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA

Mattia Dall'Aglio, la morte nel filmato delle telecamere. "E' una questione complicata"01MODENA – Prima si è parlato di un infarto, poi di un malore improvviso forse favorito dall’anemia falciforme di cui un amico avrebbe riferito che soffriva. Infine si è scoperto che non era neppure in una vera e propria palestra. E’ una “questione complicata”, dicono gli inquirenti, per descrivere le misteriose circostanze che hanno portato alla morte di Mattia Dall’Aglio, giovane promessa del nuoto azzurro trovato morto domenica pomeriggio a Modena.

Una tragedia per certi versi inspiegabile e inaccettabile, un corpo giovane e atletico che all’improvviso smette di funzionare. Motivo per cui la procura di Modena cerca di fare luce sul caso e indaga per omicidio colposo. Il fascicolo è in mano al sostituto Katia Marino e dentro ci sarebbero già uno o più persone iscritte come indagate. Perché, ha spiegato il procuratore capo di Modena, Musti, “sarà fatto un atto garantito, ossia un’autopsia con tutti i crismi, con ogni accertamento possibile, anche sui liquidi biologici, non solo per accertare lo stato di salute del ragazzo, prima appunto della morte, ma anche qualora il giovane avesse assunto dei farmaci di qualunque natura che potrebbero, chissà, aver cagionato una situazione di pericolo, che può aver provocato, insieme ad altri fattori, ma ripeto, parlo di ipotesi, la morte”.

“Quindi – ha aggiunto – ai fini poi di opporre i risultati di questa autopsia agli indagati che potrebbero contestare anche l’esito dell’autopsia stessa, daremo avvisi di garanzia, a garanzia appunto degli indagati”.

A raccontare gli ultimi istanti di vita di Mattia ci sono poi le immagini delle telecamere installate nel corridoio che porta alla cosiddetta “palestra”. Il Resto del Carlino pubblica oggi un resoconto di quel filmato:

Mattia si sposta da un lato all’altro della stanza. Prima si dedica qualche minuto al potenziamento di bicipiti e tricipiti, con movimenti lenti e cadenzati. Poi va verso il muro, quello vicino all’ingresso e inizia a fare stretching: la spalla attaccata alla parete, prima una poi l’altra, per il classico allungamento Poco dopo Mattia interrompe la sua preparazione, afferra il telefonino e si siede, forse per controllare qualche messaggio. […]

Dai frame però – come precisano anche i responsabili dell’associazione Amici del Nuoto – Mattia non svolgerebbe alcuno sforzo, anzi, si sarebbe dedicato per tutta la mattina ad allungare i muscoli e si sarebbe accasciato al suolo dopo essersi seduto per controllare il telefono. E così è stato trovato: col cellulare a pochi centimetri dalla mano e con le braccia aperte. Una posizione che il ragazzo assumeva spesso quando, dopo gli allenamenti, si dichiarava ufficialmente ‘stanco’. Questa volta, però, da quella panca non si è più rialzato”.

La Procura non intende lasciare nulla al caso e sta lavorando su “ipotesi a 360 gradi”. “In primo luogo c’è lo stato di salute del ragazzo, che anche se sportivo – dice sempre il procuratore capo – e giovane potrebbe aver avuto, parlo sempre di ipotesi, anomalie congenite delle quali non si è a conoscenza e, come accaduto in altri fatti analoghi, anomalie che a un certo punto saltano fuori e possono contribuire a cagionare l’evento mortale. In primo luogo lavoreremo sul corpo del povero ragazzo e lo analizzeremo in ogni dettaglio”.

Poi la magistratura vuole vederci chiaro anche sul luogo del decesso. “Quel luogo – ha precisato Musti – che viene chiamato palestra. Ma non è una palestra. Una palestra, come sappiamo, deve avere varie autorizzazioni quindi sono diverse autorità che interferiscono quando si apre una palestra. Non si tratta di una palestra ma di una stanza attrezzata alla buona con macchine, diciamo così, per fare palestra”.

E’ questo il secondo ambito di indagine perché quella saletta pesi “è priva di docce ed aria condizionata. Infatti il ragazzo è stato trovato da un signore che passava e che ha visto la porta aperta. Il ragazzo è entrato lì in assoluta solitudine. Questo luogo attrezzato a sala macchine” è in uso ad un numero limitato di persone che accedono attraverso una chiave detenuta dal bar”.

Quindi abbiamo, piscina, palestra e bar, che pare avesse anche un elenco di persone che potevano accedervi. “La situazione è quindi complessa”, chiosa il procuratore. “Servono accertamenti non solo autoptici ma anche di ricostruzione dei fatti. Giovedì sarà dato l’incarico al medico legale che di solito impiega due mesi per concludere la sua relazione. Nel frattempo continuiamo ad indagare”.

E sulla proprietà della struttura? “Pare che sia dei vigili del fuoco, data poi in uso ad associazioni di volontariato sportive che gestiscono questi luoghi, un fatto abbastanza diffuso questo”.

Quanti sono gli indagati? “Non rispondo a questa domanda – termina il procuratore –  Il giovane potrebbe essere entrato in quella stanza intorno alle 14 e 30. Potrebbero essere trascorse tre, tre ore e mezza, prima del ritrovamento da parte del passante”.