Maturità e terza media: promossi 99,5% e 99, 8%. Esami finti, anche da qui giovani senza lavoro

di Riccardo Galli
Pubblicato il 3 Agosto 2017 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA
Maturità e terza media: promossi 99,5% e 99, 8%. Esami finti, anche da qui giovani senza lavoro

Maturità e terza media: promossi 99,5% e 99, 8%. Esami finti, anche da qui giovani senza lavoro

ROMA – Maturità e terza media, esami di fatto finti. L’esame di terza media è stato quest’anno (dati del Ministero) superato dal 99,8 per cento degli scolari che l’hanno, si fa per dire, sostenuto. E passi l’idea e la pratica consolidata che a tredici/quattordici anni non si boccia, non si esclude, si evita come fosse peccato mortale ogni reale selezione di merito e promozione/verifica di competenze nella scuola italiana. Passi a tredici/quattordici anni, alla fine della scuola dell’obbligo.

Ma alla fine della scuola superiore questa pedagogia/ideologia dell’asticella della prestazione abbassata al minimo possibile perché tutti la saltino vige ancora ed è legge suprema. Infatti il tremendo, temuto, teatralizzato esame di maturità, quell’esame su cui ogni anno si dilettano e cimentano televisioni, talk show, sociologi, pedagogisti, mamme, papà e maturandi in ansia, quell’esame che chissà perché ci si continua a raccontare come una prova ardua…è talmente arduo che quest’anno i promossi sono stati il 99,5 per cento. Cioè praticamente tutti. Come l’anno scorso d’altra parte, come avviene regolarmente da anni.

Sono esami quelli che la scuola italiana mette in scena appunto di scena. Li superano tutti. Non si capisce dunque a cosa servano in realtà. Non sono esami, sono una formalità burocratica-sociologica. Sono così in ragione di una cultura e prassi sociale che non solo la scuola si è data. La scuola queste cultura e prassi le trasmette. Ma esse vengono dalla società tutta. Cultura e prassi appunto del tenere il più basso possibile l’asta della competenza e prestazione in modo che tutti la saltino quell’asta.

Cultura e prassi vigenti nella formazione e selezione del personale politico (in specie nelle forze e movimenti più popolari). E del personale amministrativo dello Stato. E del corpo docente nella scuola e università. Cultura e prassi vigente nelle professioni, dall’avvocatura alla medicina passando per ogni dove. Cultura e prassi vigente, anzi imperante nel giornalismo e nella comunicazione. La parola d’ordine è una e una soltanto: nessuna verifica di competenze perché questa è di per sé discriminazione ed esclusione.

In prolungato (decenni) raptus di autolesionismo famiglie e studenti concordano. Quindi c’è grande consenso di corpo docente, sindacato scuola, famiglie e studenti sul terribile esame di maturità che promuove ogni anno il 99, 5 per cento degli, si fa per dire, esaminati. Grande consenso a non farla lunga e dura con la verifica di competenze acquisite, a dare il “pezzo di carta” a tutti e poi ognun per sé e un qualche dio (meglio un qualche patrono della spesa pubblica) per tutti.

Raptus di autolesionismo perché se i giovani italiani non trovano lavoro è anche perché sono pochissimi qualificati dal percorso scolastico. Non è molto popolare dirlo ma è così: tra le cause della disoccupazione giovanile c’è anche la scarsa e deficitaria formazione culturale dei sempre promossi.

Nota a margine, ma non tanto. Di coloro che all’esame di maturità ottengono il cento e lode ben il 17,2 per cento sta in Puglia. Il governatore Michele Emiliano sarà orgoglioso di questo perfezionamento della cultura e prassi nazionale: non solo l’asticella raso terra, anche il metro taroccato per misurare l’altezza del, si fa per dire, salto.