Maurizio Minora: carcere e processo per “suggestione collettiva”. Molestie sessuali inventate

di Riccardo Galli
Pubblicato il 29 Maggio 2017 - 10:28 OLTRE 6 MESI FA
Maurizio Minora: carcere e processo per "suggestione collettiva". Molestie sessuali inventate

Maurizio Minora: carcere e processo per “suggestione collettiva”. Molestie sessuali inventate (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Maurizio Minora innocente. Ma non ci si doveva neanche arrivare a questa sentenza con la quale il Tribunale ha assolto il professor Minora con formula piena e perché il fatto non sussiste. Non ci si doveva neanche porre il dubbio se innocente o colpevole perché nei fatti reali il dubbio non sussiste e carcere e domiciliari e processo sono arrivati addosso a quest’uomo solo e soltanto per “suggestione collettiva”. Cioè perché quattro ragazzine si sono inventare molestie sessuali mai avvenute e qualche adulto, più d’uno, ha trovato comodo crederci.

La storia di Maurizio Minora la racconta Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera e mette angoscia per la facilità irrisoria con cui una vita può essere rasa al suolo. Minora, docente di arte alla scuola media Manzoni di Milano, viene arrestato il5 giugno 2014 con l’accusa di molestie sessuali a quattro alunne di prima e terza media, in carcere ci sta 19 giorni e poi per un anno ai domiciliari. Ora, come si è detto, è stato assolto e completamente scagionato. Ma come si è formata, di cosa era fatta l’accusa infamante?

C’è nella scuola (la ricostruzione è dei giudici del Tribunale) un gruppetto di quattro ragazze “legate da relazioni psicologiche molto complesse”, insomma una delle quattro è leader e guida. E questa ragazza crede di essere oggetto (vuole credere?) di attenzioni sessuali da parte del prof. Ne parla, anzi ne convince le altre tre amiche. Le convince al punto che queste testimonieranno di episodi avvenuti in classe dopo che in classe era state installate telecamere che nulla del genere riprendono. Insomma l’invenzione originaria cresce e si moltiplica.

Non solo nella testa della ragazze. Anche la polizia locale commette un singolare errore negli atti delle indagini: invece di attestare come è nella realtà che quattro ragazze denunciano molestia a carico di una di esse, c’è scritto che il prof reca molestie a tutte e quattro le ragazze. Davvero singolare come errore.

Ma nulla al confronto di ciò che si scatena tra la “gente”. Voci della gente che sa o crede di sapere velocemente attribuisce al prof la condizione di gay, oppure pedofilo, a piacere. Addirittura qualcuno attesta: “è già stato denunciato”. Oppure “è stato abusato da piccolo”. L’infamia della calunnia, lo schifo della denigrazione si spingono fino allo “ha abusato del proprio figlio”. Infamia, schifo e perversione del tribunale della gente non hanno limiti. Nulla di questo è vero, tutto è inventato.

E quindi come giustamente scrive Ferrarella “quasi quasi alla fine il meno restano i 19 giorni a San Vittore nel raggio degli arrestati per reati sessuali”. Qualunque cosa il prof Maurizio Minora abbia visto lì dentro, qualunque bruttura umana abbia incontrato dietro le sbarre, qualunque efferatezza era lì roba da criminali. Roba che fa pura.

Ma la voglia di distruggere, il piacere di fare a pezzi, smembrare e poi riempire di lordura un uomo, la disponibilità solerte al linciaggio sempre e comunque, la violenza cieca e ottusa verso il prossimo questa è roba di fuori, questa è roba della gente normale, roba che terrorizza.