Mediaset, Corte Costituzionale chiede gli atti sul conflitto Berlusconi-giudici

Pubblicato il 23 Maggio 2012 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nessuna decisione di merito per ora della Corte costituzionale sul conflitto di attribuzioni sollevato l'anno scorso dall'allora premier Silvio Berlusconi contro il tribunale di Milano che lo sta giudicando per frode fiscale nella vicenda dei diritti tv Mediaset.

Con un'ordinanza la Consulta ha stabilito di acquisire la documentazione necessaria dal tribunale di Milano e solo all'esito di decidere sul ricorso.

Oggetto del contendere, la pronuncia con la quale il tribunale rigettò la richiesta di rinviare l'udienza dibattimentale del primo marzo del 2010, come avevano chiesto i legali di Berlusconi per legittimo impedimento, vista la concomitanza di un Consiglio dei ministri slittato dalla data inizialmente prevista per ''la complessa elaborazione'' del ddl anti-corruzione.

Non c'è legittimo impedimento, stabilì il tribunale di Milano, sostenendo che i legali dell'allora premier avrebbero almeno dovuto indicare la ''specifica inderogabile necessita''' della sovrapposizione dei due impegni, e questo perché la data dell'udienza era già stata concordata in precedenza.

Per il premier presiedere una riunione del Consiglio dei ministri rappresenta un ''diritto-dovere'', è stata invece la tesi ribadita nell'udienza pubblica di martedì 22 maggio dall'Avvocatura dello Stato, che ha evidenziato come il comportamento di Berlusconi, a differenza di quello dei giudici, sia stato ''sempre ossequioso del principio di leale collaborazione'', visto che ha partecipato a numerosissime udienze di quel processo.

Anche per verificare la fondatezza di questa tesi, la Corte ha deciso ora l'acquisizione degli atti del processo: si tratta dei verbali del dibattimento, che si è chiuso appena due giorni fa; per il 18 giugno è già stata infatti fissata la requisitoria del pm Fabio De Pasquale e la sentenza è attesa per l'autunno.

Un calendario che potrebbe saltare però se alla fine la Consulta desse ragione a Berlusconi: perché l'annullamento potrebbe investire non solo l'ordinanza con cui i giudici decisero di non concedere il rinvio a Berlusconi ma tutti gli atti successivi del processo legati a quell'udienza.